La Favola della botte di Jonathan Swift, apparsa nel 1704, è annoverata tra i massimi capolavori comici della letteratura europea, assieme alle opere di Rabelais, Cervantes e Sterne. Finora mai tradotta integralmente in italiano, viene qui presentata nella versione di Gianni Celati, che riproduce il tono, l’arguzia sottile, e il largo fraseggio armonico della prosa settecentesca. Oltre a essere un’opera di scatenato divertimento verbale, la Favola della botte è un pamphlet filosofico che invita a una riflessione e a una ridefinizione dello spirito del progresso. Come scrive Gianni Celati nell’introduzione: «Swift mette alla berlina un presupposto davvero caratteristico della modernità. È il presupposto che il senso comune sia cosa di scarso valore, ed un intralcio per le operazioni della mente. Perciò dovrà essere continuamente trasceso con varie forme di delirio, scientifico, letterario o religioso». Satira tra le più roventi contro i dogmi del cattolicesimo e del puritanesimo, con la parabola di Peter (la chiesa di Roma), Martin (il luteranesimo) e Jack (il calvinismo), si allarga in una generale parodia delle mode, della politica, del sapere, mettendo a soqquadro quasi tutte le certezze dell’uomo moderno.
Release a cura di Lied e Flextime.