In questo libro l’autore, chiude i conti con la tradizione storico-filosofica del pensiero classico. Una tradizione che aveva segnato con forza, nel bene e nel male, la storia del Novecento. Non più quindi sistemi filosofici e grandi narrazioni basate sull’eredità dell’Illuminismo e sui grandi sistemi emancipativi, in primis l’hegelismo e il marxismo, ma comprensione piena e accettazione di un nuovo modello di pensiero che identifica una nuova idea di modernità, basata essenzialmente sulla rottura netta con il passato: il “postmodernismo” per l’appunto. Questa espressione del filosofo francese diventa immediatamente usatissima in tutto il dibattito culturale. Nel cambiamento epocale di paradigma Lyotard identifica un fattore principale di trasformazione: il sorgere e il cambiamento di senso dell’apparato di pensiero tecno-scientifico, e con esso l’avanzare impetuoso delle nuove tecnologie, in grado di diventare vere e proprie protesi di linguaggio, cioè modi del pensiero dalla struttura innovativa. Lyotard non intende solo valorizzare la tecnoscienza, ma soprattutto porre con pari dignità tutti i linguaggi allo stesso livello, senza più individuare una modalità di pensiero “superiore” alle altre.
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Jean François Lyotard – Il dissidio [Epub – Mobi]
Jean-François Lyotard – Heidegger e “gli ebrei” [Epub – Mobi]
Attorno al “caso Heidegger” si sono moltiplicate ricostruzioni storiche, narrazioni sociologiche, dimostrazioni teoriche, volte a screditare il pensiero di Heidegger adducendo le “prove” della sua compromissione con il movimento nazista, o a scrollare l’occasionalità storica dell’“errore” dalla metafisica impoliticità del pensiero. Evitando questa duplice possibile banalizzazione, Lyotard interviene nel dibattito con l’autorità di chi ha pensato il suo libro maggiore,a partire dalla scena di Auschwitz, quando ancora non esisteva alcun “caso Heidegger”, per ravvisarvi il luogo della manifestazione iperbolica dell’esigenza di dare fondamento a una comunità risolta in pura unità, senza più differenze. In questa nuova opera, che elabora anche alcune tesi freudiane, Lyotard precisa la sua posizione: è perché la tradizione ebraica interdice la rappresentazione in uno della eterogenea comunità politica degli affetti che si è tentato l’annientamento non solo degli Ebrei, intollerabili testimoni di questa dissidenza dell’affetto, ma anche del pensiero di tutti coloro (“gli ebrei”, tra virgolette) che in qualche modo fossero partecipi del sapere tradizionalmente attestato dal popolo ebraico. Se, dopo la Shoah, Heidegger non ha avuto parole per ricordare lo sterminio, ciò è avvenuto per lo stesso motivo per cui egli ha potuto, negli anni Trenta, aderire al movimento che l’avrebbe richiesta. Articolando queste premesse, il “nazismo” e il silenzio di Heidegger rivelano, nella decifrazione di Lyotard, il permanere di “una preclusione che è costitutiva del pensiero occidentale come filosofia e come politica”
Grazie a U.s.A. per la scansione di partenza e per l’editing dell’epub.