Il «caso Henry Roth» è forse unico nella letteratura del Novecento. Nel 1934 Chiamalo sonno, opera prima di uno sconosciuto newyorkese di 28 anni, fu salutato dalla critica come un capolavoro. Poi l’oblio. Roth si ritirò nel Maine ad allevare anatre, e per decenni il suo silenzio è stato interrotto solo da qualche raro racconto. Nel 1960 alcuni critici influenti promossero la ristampa del suo romanzo e rapidamente, nel giro di pochissimi anni, Chiamalo sonno ha superato i 2 milioni di copie e oggi è unanimemente considerato un classico, uno dei massimi risultati della letteratura del secolo, non solo statunitense.
Si può leggere Chiamalo sonno come un romanzo di formazione e come un romanzo sociale, come descrizione della New York degli inizi del Novecento e come studio di rapporti familiari filtrati da una sensitiva coscienza infantile, come «romanzo ebraico» e come metafora del rapporto di trasformazione dell’europeo in America.
Henry Roth – Chiamalo sonno
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