«Non è facile sopportare pensieri così intelligenti, audaci e impertinenti» scriveva Freud a Groddeck nel febbraio del 1920 a proposito dello “Scrutatore d’anime”. Questo singolare romanzo, l’unico che Groddeck abbia scritto, era stato fino allora rifiutato da vari editori, piuttosto scandalizzati dal suo contenuto, e fu proprio Freud a farlo accogliere fra le pubblicazioni della casa ufficiale del movimento psicoanalitico, il Psychoanalytischer Verlag, e con tutti gli onori: «Dobbiamo tutti dirle grazie per il sorriso delizioso con cui, nel suo “Scrutatore d’anime”, ha rappresentato le nostre indagini sull’anima, altrimenti tanto serie». La straordinaria idea di Groddeck, nello “Scrutatore d’anime”, è di fare dell’Es il protagonista di un romanzo. Il “romanzo psicoanalitico” annunciato nel sottotitolo diventa allora innanzitutto uno sfrenato romanzo picaresco, scosso da una inesauribile comicità e allegria, cronaca del grave sconquasso prodotto dall’irruzione dell’Es nei più vari ambienti della Germania prussiana – nelle birrerie e nelle prigioni, fra principi e truffatori, socialisti e femministe, militari e medici, donne leggere e signore prudes. Portatore, eroe e vittima dell’Es è qui un borghese di mezza età, scapolo e benestante, che conduce una vita quieta e lievemente ottusa fino al giorno in cui una rivelazione improvvisa lo convince ad abbandonare ogni sua idea precedente e perfino il suo nome e a gettarsi all’avventura, trasformandosi in un geniale buffone, totalmente privo di senso del pudore e della dignità, insieme regredito all’infanzia e asceso alla saggezza, pronto a diffondere ovunque una buona novella che tutti giudicano assolutamente sconveniente, ma da cui tutti, in qualche modo, rimangono contagiati. Il contagio interiore è, di fatto, il grande mezzo con cui l’Es opera nel mondo le sue mirabili trasformazioni. Ed è proprio questa la folgorante visione che ha fatto del borghese August Müller il trickster Thomas Weltlein.
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Sigmund Freud, Georg Groddeck – Carteggio [Epub – Mobi]
Questo vivacissimo carteggio ci fa assistere all’incontro e ai ricchi scambi di idee fra Georg Groddeck, l’«analista selvaggio», e il fondatore della psicoanalisi. Diversi in tutto, ma legati da una immensa stima reciproca, Groddeck e Freud si sono scritti per più di quindici anni, dal 1917 al 1934, lettere che spesso toccano, con rara immediatezza, i problemi cruciali della psicoanalisi. Fin dall’inizio Groddeck si presenta come un ‘eretico’, che non vuole però essere condannato dal grande maestro, e Freud come il maestro che tiene più alla sua pecora nera che non a certi altri seguaci, fedeli ma di mente stretta, che poi avrebbero fatto di tutto per isterilire la psicoanalisi. L’intemperante, antisistematico, visionario, beffardo Groddeck era invece, per Freud, molto vicino ai segreti della psiche, tanto che da lui Freud prese – e lo riconosce appunto in queste lettere – il termine Es, la denominazione più pregnante dell’area inconscia. Ma ciò che più affascina in questo rapporto sono i contrasti di fondo, che continuamente ricompaiono e che riguardano soprattutto i rapporti fra mondo organico e mondo psichico. È un problema immenso, e in queste lettere Freud e Groddeck formulano le loro tesi con radicale nettezza, impostando una disputa che oggi è ancora ben lontana dalla sua conclusione.
Georg Groddeck – Il pastore di Langewiesche [Epub – Mobi]
Groddeck, il cui nome è legato principalmente agli studi psicoanalitici e a Il libro dell’Es, alternò per tutta la vita l’attività scientifica con quella letteraria. Frutto di questo suo interesse parallelo fu – tra le altre opere – II pastore di Langewiesche. Si tratta di un lungo racconto del 1909, scritto con stile scorrevole e suggestivo, che ha per protagonista Gottfried Lange, pastore di una piccola comunità contadina della Turingia, a cui è affidato il controllo delle scuole del distretto. Lange, che ha cercato di infondere in insegnanti e allievi uno spirito fermo e libero, prende le difese di un umile e onesto maestro della scuola locale, ingiustamente accusato di inculcare nei ragazzi idee e principi socialdemocratici – considerati sovversivi – con l’intento di educarli al disprezzo della dottrina cristiana e all’avversione nei confronti dell’autorità costituita. Il pastore nella sua battaglia contro i politici locali e contro l’ottusità dei compaesani, non solo non riuscirà a salvare il maestro dalla rovina, ma, attiratosi le ostilità di tutti (persino della propria moglie e dei figli) e rimasto completamente isolato, pagherà alla fine con la vita l’ostinazione alla rettitudine, all’onestà e alla fede nella giustizia