Esce finalmente anche in Italia il saggio più venerato, odiato, discusso, citato e frainteso degli ultimi quindici anni. L’indubbio capolavoro di uno degli intellettuali più acuti e irriverenti della nostra epoca. Nelle sue varianti terminologiche e concettuali (postmoderno, postmodernismo, postmodernità), è probabilmente la categoria critica più abusata e discussa degli ultimi trent’anni, in ambiti diversi come la filosofia, la storiografia, la teoria politica, la riflessione sull’arte, l’architettura, la letteratura, la musica, il cinema. E questo di Jameson non è soltanto uno dei tanti saggi dedicati all’argomento, è il libro sul postmodernismo: punto di riferimento (e bersaglio polemico) di chi si è voluto cimentare nell’insidioso campo della teoria critica dopo la cosiddetta fine delle ideologie. Lanciandosi nell’analisi di un fenomeno a prima vista puramente culturale, Jameson campiona e rifonde con un piglio enciclopedico – quasi a stilare l’inventario di un’intera epoca – elementi della cultura di massa e di quella d’élite: Velluto blu di David Lynch e la casa di Frank Gehry, Philip Dick e la videoarte, mtv e il nouveau roman. Se ne deduce che la cultura, intesa in senso allargato, ha ormai invaso l’intero campo dell’esperienza umana. Ma, forte di una solida formazione marxista, alla base della sua indagine rimane la sfera politico-economica: quella nozione di tardo capitalismo che costituisce la chiave di volta del suo intero edificio teorico. Jameson prosegue dunque ostinatamente alla ricerca di nuove vie per la sinistra, non rassegnato di fronte alla resa di molti dei suoi esponenti alla logica del mercato, ma convinto dell’applicabilità del pensiero marxista anche nel mondo di oggi. Anzi, come ribadisce nella prefazione scritta appositamente per l’edizione italiana, la postmodernità tardo-capitalistica è l’unica cornice teorica all’interno della quale ripensare la dimensione politica, sociale e culturale della globalizzazione.
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Frederic Jameson – Il postmoderno, o la logica culturale del tardo capitalismo
he significa «postmoderno»? Quali sono le caratteristiche che ci permettono di distinguerlo dalla modernità? Se oggi guardiamo alle nostre città e al nostro quotidiano modo di vivere, ai nostri stati d’animo e all’ ambiente, all’architettura, il cinema, alla letteratura, alla narrativa, è sufficiente dire che ci troviamo di fronte a una semplice svolta «stilistica», o dobbiamo chiamare in causa qualcosa di più profondo e complesso? Sono queste alcune delle principali domande che muovono la riflessione di Jameson, uno idei più importanti critici e teorici americani di oggi. Di fronte a una complessità sociale e spaziale che sfida le capacità dell’immaginazione, e al venir meno di quella distanza critica che ha contraddistinto gran parte della tradizione moderna, Jameson rifiuta sia i volgari toni apologetici che le facili reazioni moralistiche, formulando una proposta culturale che merita di essere discussa da chiunque non sia disposto ad accogliere passivamente il corso delle cose
Consiglio ispirato da grattacielo.