Dopo aver analizzato gli aspetti più scottanti della nostra complessa e mutevole società (dall’innalzamento dell’età media alla pericolosa e acritica bulimia di notizie favorita da internet) questa volta Schirrmacher punta dritto al “cuore del sistema”. L’obiettivo di “Ego” è la deriva sociale del turbocapitalismo del ventunesimo secolo, un imperialismo non solo economico che oggi ha esteso la propria influenza su ogni aspetto della vita, valutando relazioni personali, sentimenti e fiducia alla stregua di merci e affari da cui aspettarsi un tornaconto. In questo sistema, che somiglia più a una mano di poker in cui tutti vogliono vincere che non a una società civile, e dove l’egoismo assurge a regola, a rimetterci è sempre l’uomo, marionetta che come un “Faust digitale” ha venduto la sua anima e ha trovato in cambio un modello economico disumano.[BIO]Frank Schirrmacher (1959-2014) è stato l’anima culturale della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, nonché raffinato intellettuale di area liberista esperto dell’impatto delle scienze sulla società. In Italia sono stati pubblicati “Il complotto di Matusalemme” (Mondadori, 2006) e “La libertà ritrovata” (Codice edizioni, 2010).
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Frank Schirrmacher – La libertà ritrovata. Come continuare a pensare nell’era digitale
La presenza pervasiva di Internet e la sua crescita esponenziale degli ultimi anni hanno fatto sì che oggi chiunque abbia accesso a un flusso di informazioni ininterrotto e in continuo aggiornamento. Accanto agli indubbi vantaggi di questa rivoluzione culturale – collaborazione delle comunità online, democraticità della produzione, condivisione di contenuti – convive però un “lato oscuro”: la corsa frenetica per fare propria e immagazzinare questa mole enorme di dati sta modificando (e non in meglio) il nostro approccio cognitivo, addirittura la nostra modalità di lettura, che cerca inutilmente di adeguarsi alle capacità e ai ritmi inumani dei motori di ricerca. Il rischio, sostiene Schirrmacher, è quello di disimparare a pensare, a interpretare criticamente: invece di dominare le informazioni, ne siamo travolti e ne diventiamo schiavi. L’uomo deve difendere i tratti peculiari della sua natura, che lo rendono unico e libero: emozione, fantasia, creatività, capacità di ragionamento, concentrazione, talento. Solo riscoprendo l’elemento incalcolabile della mente umana avremo la chance di governare, e non di subire, la simbiosi con l’ambiente tecnologico in cui viviamo. Prima che Google ci dica quale concerto andare a vedere, o quale donna sposare.