Tre uomini eccezionali stanno all’origine dell’intelligencija e del movimento rivoluzionario della Russia ottocentesca. Herzen, lucido testimone della Mosca degli anni ’30 e ’40, geniale partecipe del Quarantotto italiano e francese, guida sensibile della Russia che si apre, con gli anni cinquanta, alla liberazione dei servi. Bakunin, capace di trovare una strada fuori della soffocante atmosfera dell’età di Nicola I verso la sinistra hegeliana, la Francia insorta, una nuova visione dei rapporti tra i popoli slavi e l’Europa. Cernysevskij, primo a tradurre le idee populiste in una forza intellettuale e politica effettiva, maestro e modello di due generazioni di giovani rivoluzionari russi, Lenin compreso. Con loro e attorno a loro si muove tutta la Russia scontenta e ribelle del primo Ottocento, dai contadini ancor servi agli studenti ancora in uniforme, dagli intellettuali isolati ai primi gruppi socialisti e rivoluzionari.
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Franco Venturi – Il populismo russo Volume II. Dalla liberazione dei servi al nihilismo
Il 19 febbraio 1861 l’imperatore Alessandro II pubblica il manifesto che libera dalla servitù la grande maggioranza della popolazione del suo immenso impero. Rivolte e preghiere, speranze· e deprecazioni passano a rapide ondate sulla terra russa, costretta ad ammettere che si è aperta una nuova epoca della sua storia. Se il gran mare contadino pare presto assestarsi nella nuova situazione, le nazionalità dell’impero si mettono per la difficile via dei loro risorgimenti, la Polonia tenta, nel 1863, per l’ultima volta nel secolo, di riconquistare la propria indipendenza, l’intelligencija prende coscienza dell’immenso compito che l’attende, e la gioventù dà vita alla prima organizzazione clandestina, «Terra e Libertà». Lo zarismo ripiega allora verso la reazione, col risultato di esasperare i conflitti e di riportare ancora una volta il dibattito nel sottosuolo. Il nihilismo, il terrorismo, la disperata volontà di rivolta di Necaev chiudono gli anni ’60, decennio decisivo nella storia moderna della Russia.
Franco Venturi – Il populismo russo Volume III. Dall’andata nel popolo al terrorismo
Questa seconda edizione del Populismo russo, vent’anni dopo la prima, è basata sul vasto lavoro di ricerca compiuto negli ultimi due decenni nell’Unione Sovietica, negli Stati Uniti, in Inghilterra, Francia, Polonia, ecc. In un saggio, che serve da Introduzione a primo volume, viene discusso il posto che il populismo ha tenuto e tiene nella storiografia sovietica poststaliniana, così come nel dibattito internazionale sui problemi economici dei paesi arretrati, sulla funzione che vi svolgono le élites politiche e rivoluzionarie e sulla sempre risorgente esigenza di libertà nel mondo socialista. In questa Introduzione il lettore troverà un tentativo di sintesi storiografica dei tre volumi, ciascuno dei quali rappresenta un elemento compiuto e a sé stante d’una storia del movimento populista.
Franco Venturi – Utopia e riforma nell’illuminismo [Pdf scan]
«Vorrei porre il Settecento sotto le luci incrociate di alcuni problemi della storia delle idee, sperando di dimostrare come questo incrociarsi riveli almeno alcuni punti essenziali della storia dell’illuminismo. Al centro sarà il problema del valore della tradizione repubblicana nella formazione e nello sviluppo dei lumi. Ciò ci condurrà al cuore stesso del rapporto tra utopia e riforma». Che cos’è l’illuminismo? Per tre linee d’indagine, diverse e convergenti, si è cercato in queste lezioni tenute a Cambridge, nel ricordo di George Macaulay Trevelyan, di giungere al nocciolo di questo antico e sempre vivo problema. La tradizione politica delle repubbliche soprvvissute o rinate ai margini dei grandi stati assolutistici del Cinque e Seicento, da Venezia all’Olanda, da Genova a Ginevra, passando per la rivoluzione repubblicana inglese, vien qui ritrovata come radice nascosta e vigorosa della settecentesca età dei lumi. Montesquieu, Diderot, Rousseau se ne nutriranno, alla soglia della rivoluzione democratica della fine del secolo. Il sogno d’un ritorno a un passato di libertà cittadine confluirà nel grande moto di rinnovamento dell’Europa intera. Né utopia e riforma prenderanno allora forme politiche soltanto, ma etiche e giuridiche, come dimostra il grande dibattito illuminista sul diritto di punire, che viene qui preso in esame. Nella lezione conclusiva si cerca di cogliere il ritmo cronologico e di descrivere l’estendersi nello spazio europeo del sempre rinascente dialogo settecentesco di utopia e di riforma.