In questo libro leggiamo la fine dell’impero sovietico. Vi troviamo la nostalgia, che non è il pianto funebre per la dittatura, la censura, il Gulag, bensì la nostalgia per le speranze del popolo russo, ingannate dalla rivoluzione comunista e poi da quella anticomunista; nostalgia per l’illusione infranta di un socialismo dal volto umano. In tal senso questo non è solo un libro sulla politica, ma anche su Dio e sull’amore. «Sebbene io presagissi la caduta dell’impero sovietico», scrive l’autore, «non prevedevo ch’essa potesse accadere sotto i miei occhi. Facevo parte di coloro che spingevano la Russia, come un camion impantanatosi nel fango, ma quando ci riuscì di smuovere la storia, essa ci sfuggì di mano e, superandoci, impetuosamente e in modo terribile, fu come se precipitasse da una montagna. La storia sorpassò non solo Gorbačev, ma tutti noi con lui, inzaccherandoci, nel congedarsi, il viso di fango da sotto le ruote, per riconoscenza.»
Archivi categoria: Evgenij Evtusenko
Evgenij Evtusenko – Autobiografia precoce
Scritta a Parigi, in una settimana di passione — o, come doveva dire Evtušenko quindici giorni più tardi, a Mosca, “ in un momento di sventatezza ” (che, a pensarci bene e conoscendo il tipo, ha tutta l’aria d’uno sberleffo mica male, piuttosto che d’un atto di sottomissione) — col fervore di chi mette le carte in tavola e vuol dire tutto in un colpo solo, questa Autobiografia precoce è un documento veramente straordinario di quella che è stata la Russia negli ultimi vent’anni, vista con gli occhi di un ragazzo che impara sui marciapiedi di una delle più grandi città del mondo a farsi largo nella vita, a colpi di pugni e di verità. Ed è anche qualcosa di ben diverso dalle sofisticate Memorie di Ehrenburg o dell’elegiacoSaggio autobiografico di Pasternak: qui la scoperta della cultura e la scoperta del mondo sono fatte nello stesso momento, in drammatica contemporaneità: il fascino degli ideali rivoluzionari e il ricordo confuso del nonno, le parole di Lenin e quelle della madre, la dissoluzione dell’unità familiare e il crollo del regime autoritario, le gazzarre di strada e la disperata volontà di sopravvivenza degli artisti non conformisti, l’amore e l’ebbrezza della lotta ideologica, tutto avviene in modo mischiato e confuso; gli antisemiti vengono al cinema con noi, gli effetti della tirannide si sperimentano sulla carne, lo stalinismo è una cosa che si vede.