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Emanuele Severino – In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell’uomo
Siamo capaci di reggere lo spettacolo dell’infelicità generale? Di guardare al nulla in cui ci muoviamo senza per questo perderci nella vertigine della sua immensità? L’opera di Leopardi è una grande critica della civiltà. Può sembrare che egli stesso favorisca l’impressione di muoversi nella direzione indicata da Rousseau. Eppure c’è ben altro. Leopardi anticipa Nietzsche, anticipa il cuore del pensiero di Nietzsche: il tema della “morte di Dio”. In viaggio con Leopardi nasce come una partita a tre sul destino dell’uomo. Leopardi è il Giocatore Nero, il parricida che vede l’incapacità del Giocatore Bianco, cioè della tradizione dell’Occidente, di arrestare la frana gigantesca da cui è travolto. Ma in queste pagine la partita è giocata anche da un Terzo Giocatore, che in realtà non “gioca” come gli altri due ma vede tutto l’errare e la violenza della civiltà occidentale. Ed è all’immensità di questo vedere che si rivolgono le pagine di Severino, diventando uno strumento prezioso di interpretazione anche del nostro tempo e delle nostre cose quotidiane.
Emanuele Severino – Dike
Il significato più profondo della parola dike, usualmente tradotta con “giustizia”, compare per la prima volta in una testimonianza fondamentale del pensiero filosofico: il frammento di Anassimandro. Si può dire che l’avvento della filosofia coincida con l’avvento di tale significato. Dike indica l’incondizionata stabilità del sapere. E richiede la stabilità incondizionata dell’essere. In questa sua nuova opera, Severino si volge verso le radici di quel significato, spingendosi oltre rispetto ai suoi scritti precedenti. Dike rappresenta infatti un’altra via accanto a quella indicata fin dall’inizio dal filosofo per raggiungere il medesimo approdo: l’eternità di ogni essente.
Emanuele Severino – Oltre il linguaggio
Può la tecnica offrire il rimedio contro i danni che essa produce? O è proprio questa l’estrema illusione che ci abbaglia? Si possono porre dei limiti alla violenza? Ma chi ha il potere di imporre che un limite non sia oltrepassato? Qual è il nesso fra essere e linguaggio? È vero, come vuole molta della filosofia moderna, che «l’essere che può venire compreso è il linguaggio»? Temi insidiosi, ardui: in questo libro sono l’occasione per un’indagine che, partendo dalla più recente fra le opere maggiori di Severino, Destino della necessità, e richiamandosi ai fondamenti del suo pensiero, esposti nella Struttura originaria, si inoltra in nuovi territori. Come sempre in Severino, l’estrema chiarezza e il vigore delle argomentazioni fanno sì che questi saggi siano preziosi per risolvere questioni di alta precisione speculativa, ma sappiano anche svelare, a un pubblico più vasto, l’urgenza dei problemi trattati.
Emanuele Severino – Il parricidio mancato
«Il significato di ogni parola della lingua dell’Occidente, e quindi, ormai, della lingua del pianeta – è stabilito, guidato e dominato dalla riflessione che il pensiero greco ha operato sul senso dell’essere e del niente». Questi nuovi saggi di Severino sono appunto concentrati su alcune di quelle parole, fra le più usuali e più essenziali, che ci appaiono ormai troppo evidenti. E perciò il libro è rivolto alle origini greche: si parli, come qui avviene, di Nietzsche o di Schopenhauer o di Marx o di Kierkegaard, il discorso è ogni volta costretto a ripercuotersi su Platone, il grande «parricida», che osò colpire il «padre Parmenide». E, dietro il suo, intravediamo un altro gesto parricida, in Empedocle. Lo sforzo di Severino, qui più palese che mai, è quello di sollevare il dubbio non tanto su certe antiche definizioni, che oggi ci guardano come maschere inquietanti dai primi testi della filosofia, quanto su quelle che pure appaiono in quei testi, ma ci sono diventate più familiari, e addirittura ci sembrano coincidere con l’evidenza, quasi fossero un dato precedente al pensiero: come per esempio la definizione platonica della téchne, da cui discende la nostra concezione della «tecnica». O anche, più evidente di ogni altra, sì che da essa tutto in qualche modo discende, l’affermazione del divenire. Secondo Severino, «la fede nell’esistenza del divenire» è la vera fede originaria del nostro mondo. Scalzare quella fede è la grandiosa impresa teoretica a cui il suo pensiero da anni si dedica. Tale impresa si è naturalmente attirata, e continua ad attirarsi, tentativi di confutazione. Ad alcuni di essi, tra i più rilevanti, si troverà qui un’articolata risposta, quasi una «confutazione delle confutazioni», nell’ultima parte del libro, dove vediamo ripresentarsi, in tutti i dettagli della loro intelaiatura teoretica, tesi che già avevamo incontrato nelle parti dedicate all’inesauribile «parricidio» greco.
Emanuele Severino – La filosofia futura. Oltre il dominio del divenire
La filosofia futura mette in questione quella che da sempre è ritenuta una evidenza assoluta, secondo la quale ogni cosa del mondo è soggetta all’eterno flusso del divenire. La filosofia futura mostra che tale evidenza è il perimetro all’interno del quale il pensiero occidentale da sempre si stabilisce, e la civiltà dell’Occidente, ormai planetaria, va manifestandosi. L’uomo va alla ricerca del rimedio contro l’angoscia del divenire perché, innanzitutto, crede che il divenire esista. Quando si inizia a mettere in discussione questa fede, si incomincia a mettere in questione la logica stessa del rimedio.
Emanuele Severino – Antologia filosofica
Persone, animali, piante città e mondi entrano nella scena della vita e poi, inesorabilmente, ne escono. Il pensiero dell’eterno divenire delle cose attraversa e domina tutta la filosofia, che fin dal suo inizio, nell’Antica Grecia, diviene rimedio contro il male dell’impertinenza e ricerca di qualcosa di eterno e di immutabile. Emanuele Severino, uno dei più grandi filosofi italiani, ha illustrato questa struttura essenziale della filosofia nella sua storia in tre volumi pubblicata in questa collana, con il titolo la filosofia dai Greci al nostro tempo. E ora, selezionando e commentando i testi più celebri e decisivi del pensiero occidentale, c’invita a verificarne direttamente l’efficacia e la verità. Lasciando aperta una possibilità per l’uomo e per il pensiero del futuro: che la certezza del divenire sia null’altro che una persuasione millenaria. Pubblicata per la prima volta nel 1988, l’Antologia filosofica esce ora in una edizione ampliata, in collaborazione con Giorgio Brianese, con nove sezioni dedicate a Eschilo e Leopardi, e con aggiornamenti sulla filosofia medioevale e del Rinascimento, su Hobbes, Bacone, Galilei, Spinoza, Vico, e sull’Illuminismo e sul pensiero contemporaneo
Emanuele Severino – A Cesare e a Dio
A Cesare e a Dio è un libro che ha suscitato e continua a suscitare polemiche e discussioni in un tempo di rapidi mutamenti. Un libro che non racconta al lettore ciò che gli è familiare, ma tenta di diradare la nebbia, affinché gli baleni dinanzi ciò che è più sconvolgente per la nostra vita. Dall’anima della civiltà occidentale si sprigiona inevitabilmente la guerra, ma per ragioni che vengono alla luce solo se si scende nel sottosuolo della nostra civiltà: la nostra anima greca. La guerra, quindi anche la nascita e la morte, sono divenute qualcosa di essenzialmente diverso. Lo Stato, cioè “Cesare”, non è quindi un’istituzione cui possa capitare accidentalmente di trovarsi in guerra. “Dio” è il tentativo fallito di sottrarsi alla logica della violenza. Anche Dio, come lo Stato, è padre della guerra. “A Cesare e a Dio” significa dunque dare a ciascuno dei due ciò che gli è proprio; ma ciò che è proprio di entrambi è lo stesso: il loro aprire lo spazio della distruttività estrema.
Emanuele Severino – Dall’Islam a Prometeo
Il potere della tecnica – come essenza dell’Occidente e manifestazione estrema di quel nichilismo che è la sua vera natura – è da anni al centro della filosofia di Emanuele Severino. In questo libro l’autore affronta il tema nella prospettiva del cosiddetto “scontro di civiltà” tra Islam e Occidente. In verità, come dimostra Severino, l’Islam appartiene a pieno titolo alla tradizione occidentale; tuttavia, contrariamente al cristianesimo, non ha ancora fatto i conti con la razionalità tecnico-scientifica. Ma alla fine anche l’Islam – come ogni forma della tradizione occidentale – sarà costretto a cedere il passo alla potenza della tecnica e al suo apparato.
Emanuele Severino – Il declino del capitalismo
Il capitalismo è forma ed espressione della cultura occidentale. In quanto tale appartiene alla civiltà delle tecnica e, questa è la tesi dell’autore, è destinato a scomparire. Severino indaga le tendenze del presente proprio a partire dai mutamenti fondamentali che il capitalismo moderno sta conoscendo e che ne segneranno, in un futuro più o meno prossimo, l’estinzione. Continuerà a esistere uno scarto tra obiettivi economici e scopi morali, oppure sarà possibile un ridursi della divaricazione che li separa?