Quando Togliatti torna in Italia nel 1944 si tratta di impostare una nuova strategia per il Partito comunista italiano: lo attendono le sfide della Resistenza e della Liberazione e, forse altrettanto difficili, quelle della Costituente e delle prime elezioni. Ancora oggi il dibattito tra gli storici è vivo: il Pci fu nell’Italia del dopoguerra una forza che voleva rovesciare il sistema, che si adeguava al sistema pur opponendolo o che accettava fino in fondo la sua appartenenza a esso? Per molti, che ricordano bene il famoso fattore “K” di Alberto Ronchey, non ci sono dubbi sul fatto che il Pci non poteva né avrebbe mai potuto essere un partito di governo pienamente integrato nel tessuto istituzionale italiano. Emanuele Macaluso non intende, tuttavia, accettare senza discussione luoghi comuni sulla strategia di Togliatti e del Pci e con questo libro sottopone la questione a un’analisi che incrocia la ricostruzione storica con la consapevolezza di ciò che è venuto dopo è dopo la caduta del Muro di Berlino, dopo la dissoluzione del Pci, dopo che un ex dirigente comunista è diventato capo di governo – fino all’attuale crisi della sinistra. Con una idea di fondo, che non mancherà di far discutere: la cosiddetta “doppiezza” di Togliatti era il frutto di un’attenta strategia politica, che resta viva e coerente fino a Berlinguer e che avrebbe potuto portare all’unità della sinistra, anziché alla sua frammentazione.
Emanuele Macaluso – Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo
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