Dal 1941 Elena Rževskaja è interprete militare al fronte per l’Armata Rossa. Segue l’esercito in tutte le battaglie che lo condurranno da Ržev, nei pressi di Mosca, a Berlino. Il suo compito è quello di tradurre i documenti del nemico e i loro interrogatori. Giunge nella capitale tedesca durante la capitolazione del Terzo Reich, partecipando così alle ricerche e all’identificazione del corpo di Hitler. Come interprete dello Stato Maggiore rimane quattro mesi nel quartier generale nella cittadina di Stendal per esaminare e archiviare i documenti trovati nel Reichskanzlei e nel bunker del Führer, diventando così testimone privilegiata di quella vicenda. Per ordine di Stalin, che voleva mantenere viva l’idea del pericolo nazista, tutta l’inchiesta a cui la Rževskaja ha lavorato viene messa a tacere. Solo dopo la morte del dittatore e l’apertura degli archivi segreti, l’autrice potrà finalmente riesaminare quei documenti, ricostruendo così fatti e episodi mai raccontati non solo della Seconda guerra mondiale ma anche della politica sovietica.
Elena Rzevskaja – Memorie di una interprete di guerra
1