Aristocratico e giacobino, erotomane dai risvolti perversi e grande erudito, scrittore condannato dalla censura e filosofo rivalutato dal pensiero novecentesco: esistono molti Sade, e la sua verità più profonda, a due secoli dalla morte, rimane ancora sfuggente. Se la prima rivalutazione critica del divin marchese è inevitabilmente passata attraverso il tema dell’erotismo, resta meno noto – soprattutto in Italia – l’altro Sade, l’autore di testi di carattere polemico, politico e letterario. Questo libro propone tre scritti che corrispondono a forme letterarie e momenti diversi: al Dialogo tra un prete e un moribondo, professione di ateismo radicale, seguono il discorso Idea sulla modalità della sanzione delle leggi e il saggio Idea sul romanzo, una ricostruzione dell’origine e della natura del genere romanzesco oltre a una riflessione sul ruolo dello scrittore. Si succedono così il libertino aristocratico che espone con arroganza il suo credo; il citoyen rivoluzionario che esalta la sovranità popolare; e infine il recluso, vittima sia dell’Ancien Régime sia del Terrore, che nella scrittura trova una compensazione e un’ultima speranza di libertà. In appendice, con l’intento di riprendere in considerazione la vicenda biografica di Sade e illuminarne gli sviluppi del pensiero, il volume presenta il Testamento redatto nel 1806 e un carteggio relativo alla sua detenzione nell’ospizio per condannati e insani di mente di Charenton.
Donatien Alphonse François de Sade – Dialogo tra un prete e un moribondo. E altri testi politici e letterari
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