In questo suo ultimo volume, uscito pochi mesi prima della sua scomparsa, il famoso critico Arthur C. Danto risponde alla fondamentale e complessa domanda “Che cos’è l’arte?”. Monografia filosofica e riflessione biografica allo stesso tempo, la raccolta di saggi che compongono il volume vuole confutare la diffusa interpretazione di arte come “concetto indefinibile” per individuarne invece le proprietà e i significati universali. Rifacendosi al pensiero filosofico di Descartes, Kant e Hegel, Danto supera il concetto estetico e conclude che l’opera d’arte è sempre definita da due elementi fondamentali, il significato e la sua rappresentazione materica, a cui si aggiunge il contributo dello spettatore, l’interpretazione. Le argomentazioni di Danto, quanto mai attuali nello scenario artistico internazionale dei giorni nostri, spaziano tra generi ed epoche – Michelangelo, Poussin, Duchamp e Warhol – in un’estesa disamina della produzione artistica: partendo dalla definizione di arte che Platone fornisce nella Repubblica, il critico si addentra nell’evoluzione artistica vista come una serie di scoperte che includono la prospettiva, il chiaroscuro e la fisiognomica, per giungere all’affascinante trattazione delle famose scatole di Andy Warhol, visivamente indistinguibili dagli oggetti quotidiani che rappresentavano.
Arthur C. Danto – Che cos’e l’arte
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