Giorgio Manganelli – Emigrazioni oniriche [LDB]

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«Che bello non essere di professione critico d’arte, ma andar vagabondando ad adocchiare tele e disegni, e dir sciocchezze» proclama Manganelli nell’affrontare la pittura del Pitocchetto. In effetti, sarebbe arduo ravvisare in lui la serietà benpensante dello specialista: diffida dei musei, frutto di «una macchinazione, una prepotenza, una frode»; dichiara che allestire una pinacoteca «non è più sensato che fare abitare tutti i Giuseppe in un solo quartiere di una città»; e lascia trapelare che ai quadri, riflesso della «mentita consistenza» del mondo, preferisce talora i disegni, appartenenti «al luogo discontinuo dei fantasmi». Ma non ci si deve ingannare: l’«incompetenza» autorizza a essere imprecisi, emotivi, irresponsabili – esattamente ciò che permette alla critica di condividere la natura misteriosa, elusiva, notturna della letteratura. Non a caso nel 1977 Manganelli ha precisato che «lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura». I saggi qui riuniti saranno allora letteratura generata dall’arte – o meglio dalle arti, visto che le sue predilezioni si estendono dalle statue stele lunigianesi, «feti di dèi», all’amata pittura del Seicento e agli amici come Toti Scialoja, fino agli ex voto e alle libellule-mascotte di Lalique, numi tutelari del viaggio. E proprio in quanto letteratura, svincolata da gravami disciplinari, questi scritti riescono a sovvertire ogni idea sull’arte e a insegnarci una nuova grammatica della visione. Come quando, a proposito dei Mangiatori di patate di Van Gogh, leggiamo: «Le patate sono notte, profondità, cimitero, tomba, nero, nerità; e hanno la forma sgraziata e concentrica del mondo».

 

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Gilles Deleuze – Due regimi di folli e altri scritti. Testi e interviste 1975-1995 [LDB]

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Questo libro raccoglie gli scritti brevi di Gilles Deleuze dal 1975 al 1995, completando l’operazione avviata con L’isola deserta (scritti dal 1953 al 1974). È uno strumento prezioso perché permette di vedere la molteplicità dei piani su cui Deleuze lavora e interviene. Alcuni testi sono commenti a margine, una prefigurazione dei libri pubblicati in quel periodo, altri gli consentono di ripensare la propria opera attraverso le prefazioni alle varie edizioni straniere. Ma forse l’aspetto più interessante nasce dall’intersezione con l’attualità, dove il ritmo viene scandito dagli eventi politici: il terrorismo, la corsa agli armamenti, la guerra del Golfo, il conflitto israeliano-palestinese. Infine, si possono leggere i suoi interventi nel contesto del vivacissimo dibattito intellettuale di quegli anni: il tagliente giudizio sui nouveaux philosophes, il costante colloquio con Foucault, la feroce critica della psicoanalisi…

 

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Giulio Salierno – Autobiografia di un picchiatore fascista [LDB]

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Autobiografia di un picchiatore fascista di Giulio Salierno, a distanza di trent’anni dalla sua prima uscita, è ancora un libro attualissimo, la storia commovente di un uomo che è riuscito, parlando di sé, a scrivere un pezzo fondamentale dell’autobiografia della nostra martoriata Italia. E a profetizzare come una vera rivoluzione non sarebbe passata per la contrapposizione delle armi, ma per la difesa dei diritti dei più deboli: i poveri, gli ignoranti, i diseredati, i detenuti. La testimonianza bruciante di un ragazzo che sceglie di dare la propria vita per la violenza politica e l’omicidio. Un saggio minuzioso sul carattere e lo sviluppo del neofascismo italiano, tra campi paramilitari, traffici di esplosivi, corruzione delle istituzioni. Il romanzo dal vero della conversione esistenziale e culturale di un uomo, attraverso l’esperienza del carcere, che lo porterà a essere un sociologo di fama internazionale.

 

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Klaus Wagenbach – Kafka. Una battaglia per l’esistenza

Book cover
Mentre Franz Kafka trascorreva le giornate rinchiuso in un ufficio di Praga, teneva gli occhi fissi sull’orologio. Quelle ore non passavano mai, nutrendo la sua speranza «di sedersi un giorno sulle sedie di paesi molto lontani, di guardare dalle finestre dell’ufficio su campi di canna da zucchero o su cimiteri musulmani»: luoghi remoti, della realtà o della finzione, che avrebbe raggiunto solo per il tramite della scrittura, quella «spaventevole occupazione della quale ho tutta la sventura di dover ora fare a meno». In questa immagine ci sembra quasi di vederlo, quell’impiegato un po’ schivo con le sue velleità letterarie. Ed è questa l’abilità di Klaus Wagenbach nel raccontare Franz Kafka: riuscire a renderlo vivo all’interno del piccolo mondo quotidiano di cui faceva parte, nel suo chiuso ambiente familiare; penetrare attraverso le testimonianze dirette (lettere, diari, fotografie) quella solitudine in cui l’artista è maturato e ha trovato modo di esprimersi. Dal rapporto conflittuale con la sua città e con il padre alle fughe in campagna, dalle nevrosi lavorative ai complessi rapporti con le donne, Wagenbach racconta la vita di Kafka come una ostinata, febbrile battaglia per esistere pienamente. Questa nuova edizione di “Kafka”, corredata dalle immagini dell’Archivio Klaus Wagenbach, ci restituisce lo scrittore praghese in tutte le sue sfumature: nella facciata esteriore di una vita insoddisfacentemente ordinaria, borghese e conforme alle richieste di padri e capiufficio; ma soprattutto nell’interiorità di un fuoco insaziabile, capace di animare alcune tra le pagine più importanti della letteratura mondiale.

 

 

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Franz Werfel – Nella casa della gioia [LDB]

Nella casa della gioia di [Franz Werfel]

In una grande città dell’impero asburgico, l’unica istituzione imperial-regia che abbia conservato il suo splendore è la rinomata casa di piacere di via del Camoscio, la «casa della gioia». Qui si danno convegno militari, politici e personalità di spicco del mondo culturale cittadino, in un vivace e caotico salotto dove sfilano, ritratti da Werfel con la consueta finezza ironica e un po’ nostalgica, personaggi indimenticabili: il nasuto intellettuale Schleissner, il pianista Nejedli, ex «Imperial-Regio Fanciullo Prodigio» il cui repertorio si è ridotto a tre brani, Morè, presidente nientemeno che della Società spinoziana, che si guadagna da vivere vendendo lapidi tombali, e tanti altri. Ci sono poi le ragazze: Grete, l’«intellettuale», Manja, la scaltra campagnola, e Ludmilla, aristocratica e orgogliosa, innamorata di un attore di terz’ordine. Tutto è sotto il controllo rigido della signorina Edith e del malaticcio signor Maxl. La morte improvvisa di quest’ultimo segna la fine anche dell’istituzione tanto antica e venerabile, che lascia il posto ai ritrovi più conformistici voluti, ironia della sorte, dal marito di Ludmilla, un politico ricco e influente. L’ex inquilina della «casa della gioia», diventata una signora borghese, non riconosce più nessuno dei suoi vecchi clienti, neppure il suo grande amore di un tempo; il ricordo degli antichi piaceri si è spento in un’agiata rispettabilità.

 

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AA.VV. – Poesie dell’Italia contemporanea

Poesie dell'Italia contemporanea: 1971-2021 di [AA.VV.,, Tommaso Di Dio]

Poesie dell’Italia contemporanea è il risultato di un lavoro decennale di viaggi e ricerche tra biblioteche, archivi privati, colloqui con poete e poeti. Al suo interno sono raccolti i testi più rappresentativi di cinquant’anni di poesia italiana, dal 1971 al 2021, dai versi di Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini e Amelia Rosselli fino a quelli di Patrizia Cavalli, Milo De Angelis e Antonella Anedda. Il suo curatore, Tommaso Di Dio, poeta e critico letterario, ha costruito il libro perché possa essere letto e vissuto come un’esperienza sempre diversa. La prima è quella più istintiva: aprirlo casualmente e confrontarsi con la forza delle singole poesie; ciascun componimento avrà il potere di raccontare un aspetto della contemporaneità in cui siamo immersi. La seconda è l’approccio storico: si possono leggere soltanto le introduzioni alle cinque decadi in cui è suddiviso il libro come un romanzo della poesia italiana contemporanea. La terza, e ultima, è l’esperienza dei percorsi di lettura, in fondo al volume, tracciati e analizzati dal curatore stesso perché sia possibile attraversare le pagine anche tematicamente: per esempio seguendo il percorso delle poesie facili e di quelle difficili, o quello delle poesie civili e incivili. Poesie dell’Italia contemporanea desidera esplorare l’universo poetico italiano. Perché tutti possano entrare a farvi parte.

 

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Augusto Frassineti – Misteri dei ministeri [LDB]

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Una sorta di trattato beffardo e paradossale della burocrazia italiana, con movenze kafkiane e un estro linguistico da scrittore di razza. Tutto ruota intorno a un misterioso manoscritto firmato da un fantomatico signor D.K. 55. Il manoscritto contiene materiali vari fra i quali una serie di documenti che testimoniano i soprusi del potere amministrativo nei confronti dei cittadini. Esposti e lagnanze rivolti alle autorità si alternano mescolate cronologicamente, così che i destinatari – un Ministro, il Presidente della Repubblica, il Re o il Duce – sembrano la stessa cosa in un tempo, il tempo della pubblica amministrazione, che non cambia mai. Al di là dell’originale struttura narrativa, il pregio del libro è il viaggio dentro la lingua italiana a più livelli, dal burocratese perfettamente riprodotto alla parodia della scrittura saggistica, dall’italiano popolare al delirio surrealistico. Un classico della letteratura satirica che tanto piacque a Italo Calvino. Con un’appendice di carte inedite. Prefazione di Paolo Mauri.

 

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Ernst Jünger – Eumeswil [LDB]

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Sopravvissuta al crollo delle Grandi Potenze Mondiali e alla devastazione dei Grandi Incendi, Eumeswil è una città con il deserto alle spalle e il mare davanti a sé: la domina il Condor, tiranno assoluto che si circonda di una corte raffinata e si appoggia ai consigli del fidato medico Attila, esperto di genetica. A raccontare le vicende della città utopica è Martin Venator, storico di giorno e barista notturno nella casbah di Eumeswil: spirito profondamente libero, osserva come un entomologo e giudica i personaggi di un mondo alla fine del mondo, mentre aleggia su tutto il pericolo di un rivolgimento politico e risuona l’annuncio di una grande mutazione biogenetica.

 

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Steve Tesich – Karoo [LDB]

Saul Karoo è lo script doctor più pagato di Hollywood, e se si tratta di espungere da un copione le scene più melense o improbabili non c’è nessuno come lui – che quel tipo di situazioni sembra conoscerle piuttosto bene, sul piano personale. Ma adesso deve risolvere alcuni problemi. Primo, cinquant’anni di vita malsana hanno accentuato, dice il medico, la sua naturale inclinazione a contrarsi in verticale ed e­spandersi in orizzontale. Secondo, la delirante separazione da sua moglie è una storia d’amore al contrario, molto divertente per noi, ma molto tormentosa per lui. Terzo, il suo signore e padrone, l’onnipoten­te produttore Jay Cromwell, gli ha chiesto di massacrare l’ultimo capolavoro di un vecchio regista di genio, Arthur Houseman, che Cromwell considera veleno al botteghino. Eppure, quando in sala proiezione scopre che a risplendere in una delle scene tagliate è la madre di Billy, suo figlio adottivo, Karoo intui­sce che da quegli scarti di pellicola può nascere qualcosa di molto, molto sorprendente. Così come con gli scarti delle pellicole che abbiamo più amato sembra costruito questo grande e imprevedibile romanzo, fatto di una materia grassa, speziata e molto poco kosher che ci procura in parti uguali riso, lacrime e notti insonni, e che per comodità continuiamo a chiamare cinema.

 

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William Faulkner – Non si fruga nella polvere [LDB]

Una volta, alla domanda se leggesse romanzi gialli, Faulkner replicò sornione: «Quando sono buoni come I fratelli Karamazov». Al pari di Dostoevskij, amava infatti trasfigurare e usare ai suoi fini la struttura del poliziesco – quasi che la letteratura non fosse altro che un polveroso tribunale, nascosto tra le quinte del profondo Sud americano. Questo romanzo del 1948 ne è l’ennesima riprova. Nella mitica contea di Yoknapatawpha – dove Faulkner ambientò molti dei suoi romanzi e racconti più celebri –, il vecchio nero Lucas Beauchamp è accusato di aver ucciso un bianco, e rischia il linciaggio. Il solo disposto ad aiutarlo è un ragazzo bianco, Chick, che non esita – accompagnato dall’amico nero Aleck Sander e da una vecchia zitella forse leggermente tocca – a riesumare il corpo della vittima come Lucas gli ha chiesto. Li attende una scoperta sconvolgente, che cela una torbida realtà. Ma a catturare e trascinare il lettore, assai più del ricorso al murder mystery, sarà il mirabolante «flusso di coscienza» di Chick, intramezzato da superbe descrizioni di una natura bella e crudele, da brani risentiti sulla Guerra Civile, da brevi, convulse scene d’azione: una «rappresentazione a massimo potenziale», per usare le parole di Emilio Cecchi, che sigilla sulla pagina lo stile folgorante, unico di Faulkner.

 

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