Alejo Carpentier – Guerra del tempo [LDB]

Guerra del tempo di Alejo Carpentier - Sellerio

Il tempo è il filo che lega la trama di queste tre storie di Alejo Carpentier, pioniere del realismo magico nella letteratura latinoamericana.
Il tempo circolare: nello strabiliante racconto di Juan di Anversa che giura per voto il pellegrinaggio a Compostela ma poi è tentato dal «sentore di avventura» e l’insegue tra Siviglia e le Indie, per ritrovarsi all’inizio di ciò che ha vissuto.
Il tempo che inverte la sua direzione nel sogno (o realtà?) di Don Marcial, marchese di Capellanías, che da morente nel palazzo in rovina ricomincia a vivere a ritroso, fino al ventre che lo aveva partorito, assieme a tutti i suoi oggetti ritornanti anch’essi alla loro matrice di materia, alberi, pietre, terra. Il tempo sempre uguale: nella vanagloria dei tre giovani, attratti alla guerra per le ricchezze di Troia o delle Indie spagnole o dalle colonie francesi, con la stessa sete di vita e con le stesse fallaci e immobili illusioni.
Tre racconti classici che moltiplicano personaggi e luoghi che fanno il calco del genere di cui Carpentier è stato il riferimento, influenzando Gabriel García Márquez. Personaggi scolpiti nella loro perduta singolarità, amabili, crudeli o ridicoli, ma incapaci di omologazione a qualsiasi conformismo. Luoghi che ricordano sempre la baraonda colorata di un mercato latino, l’allegria violenta di una festa patronale, oppure desolazioni infinite, o la poesia silenziosa della natura. È tutto un mondo sospeso tra il non esistere più e il non essere mai esistito: la sua tangibile realtà è fissata dalla magia.

 

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Sander L. Gilman – Il mito dell’intelligenza ebraica [LDB]

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Il mito dell’intelligenza ebraica affronta una delle teorie più controverse di oggi: i presunti rapporti tra razza (o etnia), intelligenza e virtù. Riprendendo la lunga storia di queste teorie, sotto certi aspetti inquietante e imbarazzante, Sander L. Gilman analizza una serie impressionante di testi trattati scientifici e filosofici e opere letterarie – che pretendono di dimostrare l’esistenza di un’intelligenza superiore negli ebrei (spesso accompagnata da un livello inferiore di virtù o di valore morale). Il libro esamina criticamente le prospettive che emergono nel bestseller “The Bell Curve”, assai dibattuto e molto controverso, e riprende le teorie “scientifiche” sull’intelligenza superiore degli ebrei che sono emerse nel corso del XIX secolo e all’inizio del XX. Si analizzano poi le reazioni a queste teorie di scienziati e intellettuali ebrei, quali Freud, Wittgenstein e von Hoffmansthal. La parte conclusiva del libro illustra l’emergenza e l’influenza di queste idee nella narrativa moderna e nel cinema, da “Gli ultimi fuochi” di Scott Fitzgerald a “Schindler’s List” di Steven Spielberg e “Quiz Show” di Robert Redford. Gilman dimostra a che punto gli stereotipi possono invadere una società, penetrando ovunque, dai lavori scientifici alla cultura popolare. E rivela che l’attribuzione di un’intelligenza superiore agli ebrei, apparentemente molto lusinghiera, in realtà ha contribuito all’isolamento degli ebrei e al loro discredito.

 

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William Atkins – Un mondo senza confini. Viaggi in luoghi deserti [LDB]

Un terzo delle terre emerse è costituito da deserti, in gran parte desolati e inospitali. Perché un ambiente così ostile ci affascina da sempre? Quali corde profonde fa risuo­nare in noi il luogo metafisico per eccellen­za, dove terra e cielo si confondono, dove la vita umana è appesa a un filo? Animato dallo spirito di avventura dei grandi esplo­ratori del passato, e spesso armato dei loro libri per ripercorrerne le tracce, William Atkins ci conduce alla scoperta di un mon­do che è tanto interiore quanto fisico. E mentre ci offre il resoconto di sette viaggi compiuti nelle regioni desertiche più re­mote, meravigliose e spietate al tempo stes­so – dal Quarto Vuoto dell’Oman al Victo­ria australiano, dal deserto del Gobi a quel­li degli Stati Uniti -, ne descrive l’ecosiste­ma, la geologia, la flora e la fauna, i popoli che li abitano e la storia che li ha modella­ti, dalle trivellazioni petrolifere ai test nu­ cleari, fino agli odierni raduni hippie. Ma Atkins non è soltanto un trascinante nar­ratore di viaggi: il deserto è qui esplorato anche come strumento di connessione pro­fonda con noi stessi e con la natura, mani­festazione ultima dell’immobilità e del si­lenzio. Una visione che del deserto trasmet­te tutta l’immensità – e ci ricorda che, anche in un mondo dove ogni paesaggio è dispo­nibile con un click, avventura e scoperta, so­litudine e isolamento sono ancora possibili.

 

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Gilles Châtelet – Vivere e pensare come porci. L’istigazione all’invidia e alla noia nelle democrazie mercato [LDB]

“Rivendicando una filosofia della lotta che faccia più moti e meno moda, l’autore di Vivere e pensare come porci si fa qui promotore di un pensiero militante, invitando alla resistenza contro quell’alleanza politica, economica e cibernetica su cui si reggono gli odierni mercati neoliberisti. Con la severa ferocia delle sue doti di scienziato, filosofo e polemista, Châtelet si scaglia contro l’esito più perverso e tenace indotto dalle strategie del consenso nelle nostre democrazie: costruire miliardi di psicologie per cittadini destinati ormai alla condizione di bestiame cognitivo. Coniugando il rigore delle analisi scientifiche, il graffio della polemica avvelenata e l’ironia paziente del filosofo, Châtelet mette a punto una macchina critica in grado di restituire un lavoro irriverente e incendiario, che colpisce al cuore la stanca consensualità del pensiero contemporaneo.” (Mimmo Pichierri)

 

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Giuliano Toraldo di Francia – L’amico di Platone. L’uomo nell’era scientifica [LDB]

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Per l’uomo che vive nell’era scientifica tutti i problemi culturali, morali, politici possono assumere caratteri profondamente diversi da quelli tradizionali. Sorgono anche nuovi problemi, non sospettati qualche secolo o decennio addietro. Il cittadino di cultura media non specializzata si sente spesso spaesato, disorientato; non sa come farsi un’opinione fondata sulle piccole e grandi decisioni della società. Con questa raccolta di scritti l’autore stimola la riflessione critica su un buon numero di punti salienti. Senza minimamente svalutare l’apporto della cultura umanistica (di qui l’amicizia con Platone), si vale della sua formazione di scienziato per tentare di raggiungere la verità con mezzi adeguati all’epoca moderna. E dove la verità è dubbia o non raggiungibile preferisce, ancora con atteggiamento scientifico, sospendere il giudizio.

 

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Peter H. Harman – Energia, forza e materia. Lo sviluppo della fisica nell’Ottocento [LDB]

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Delimitato per un verso dall’inizio di uno studio su basi quantitative e finalizzato alla ricerca di leggi matematiche, e per l’altro dall’enunciazione di quelle teorie dei quanti e della relatività che aprono il nuovo capitolo della fisica moderna, l’Ottocento è un secolo importante per la fisica. I fisici ottocenteschi hanno ereditato dalla rivoluzione scientifica dei secoli precedenti la concezione meccanicistica della natura, che considera i fenomeni il risultato del moto della materia secondo certe leggi, ma essi l’estendono ora a quella serie di fenomeni — la luce, l’elettricità, il calore, il magnetismo — che in precedenza erano stati definiti imponderabili. Il lavoro di scienziati che hanno il nome di Faraday, Maxwell, Lord Kelvin, Helmholtz ha legato alla nostra età grandi conquiste concettuali, quali il principio di conservazione dell’energia, la teoria del campo, la teoria della luce come vibrazioni di un etere luminífero, il concetto di entropia; se il generale paradigma di riferimento è sempre quello meccanicistico, queste innovazioni non possono più dirsi «newtoniane»: la fisica ottocentesca, suggerisce l’autore contestando l’idea che la fisica classica sia un edificio monolitico, ha un’identità propria che si distacca nettamente dalla scienza dei secoli precedenti e pone le basi delle conquiste contemporanee.

 

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Domenico Scarpa – Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore [LDB]

“Calvino fa la conchiglia” è un libro-sfera e un libromosaico. È un libro coerente e composito che restituisce tutto Italo Calvino, anzi, tutti gli Italo Calvino che sotto questo medesimo nome si sono presentati al pubblico in forme sempre diverse, sorprendenti ogni volta. Calvino fa la conchiglia quando scrive un racconto autobiografico dove lui compare sotto forma di mollusco dei primordi, applicato al suo scoglio e impegnato a fabbricarsi il guscio: e vuole che gli venga solido per proteggere la sua polpa, e che abbia forma armoniosa e colori limpidi in modo che lo ammiri chi lo guarda. Per tutta la vita Calvino ha fatto una conchiglia, per tutta la vita ha costruito con i suoi racconti, i suoi saggi, i suoi romanzi, i suoi testi di genere inafferrabile, la gioia fisica e mentale di chi legge. Per tutta la vita non ha mai interrotto la costruzione di se stesso. A cento anni dalla sua nascita è il momento di raccontare questa storia, e di raccontarla tutta quanta.

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Luigina Mortari – La pratica dell’aver cura [LDB]

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Tutti hanno necessità di ricevere cura e di avere cura. L’essere umano ha bisogno di essere oggetto di pratiche di cura ­ piano della passività ­ perché è il ricevere cura a partire dalla nascita la condizione necessaria affinché si dischiudano le stesse possibilità di vita. E allo stesso tempo ha bisogno di essere soggetto di pratiche di cura ­ piano, dell’attività ­ ovvero di avere cura di sé, degli altri e del mondo per costruire significato nella sua esistenza. Caratteristica di questo libro è di connettere le radici filosofiche del concetto di cura con i problemi delle pratiche di cura. Particolare attenzione è rivolta alla cura nell’ambito della pratica educativa.

 

 

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Alain De Benoist – La scomparsa dell’identità [LDB]

Da più di quindici anni, la questione identitaria è prepotentemente entrata a far parte del dibattito politico. L’onnipresenza di questa tematica si spiega soprattutto con la perdita di punti di riferimento in un mondo in cui le grandi narrazioni collettive sono scomparse, le frontiere e i limiti vanno dissolvendosi e i legami sociali sono ogni giorno più fragili. Così, privi di una bussola, non sappiamo più chi siamo. A complicare tutto, oggi assistiamo, sulla scia delle teorie “indigeniste” e “decoloniali”, al sorgere di un nuovo tipo di identitarismo. Come si è arrivati fin qui? Di cosa parliamo con esattezza? Si può avere un’identità se si è completamente soli? L’identità definisce ciò che non cambia mai? Oppure ciò che ci permette di cambiare pur restando sempre noi stessi? A queste domande, e a molte altre, questo libro cerca di dare una risposta senza cadere in inutili polemiche.

 

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