Helga Nowotny – Tempo privato. Origine e struttura del concetto di tempo [LDB]

Il saggio ruota attorno al significato del tempo in epoca moderna: come mutano la percezione e l’esperienza del tempo, a livello sociale e individuale, in un mondo dominato dal culto della velocità, dove le nuove tecnologie della comunicazione hanno sconvolto i ritmi della vita domestica e lavorativa, le vie di trasporto e i mercati finanziari, provocando l’illusione della simultaneità totale. Paradossalmente, l’abisso che separa i paesi in via di sviluppo dagli stati industriali aumenta nella stessa misura in cui diminuiscono le distanze temporali e spaziali.

 

 

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Antonio Faeti – In trappola col Topo. Una lettura di Mickey Mouse [LDB]

Chi è Mickey Mouse? Chi è Topolino? Nei suoi quasi sessanta anni di vita questo personaggio è stato un po’ dovunque, ha seguito itinerari metaforici e ha compiuto viaggi reali, è passato dalle cartine che ricoprono le caramelle alle magliette che vestono una generazione, ha visitato il «Paese dei Califfi», ha esplorato il «Mondo Perduto». E tutti, di lui, credono di sapere tutto: che è onesto, timorato, ligio alle leggi, amico dei potenti, amante dell’ordine, attento al decoro, sempre prevedibile nelle sue reazioni…
In realtà di Mickey Mouse si sa ben poco. È troppo versatile, troppo sfuggente, troppo ambiguo, troppo mutevole perché si possa chiuderlo nella gabbia di una rigida definizione.
Antonio Faeti, da sempre prigioniero della trappola di cui Mickey è inventore e proprietario, ha provato a decifrarlo usando molti mezzi. Lo ha collocato nell’immensa genealogia dei topi che popolano l’Immaginario, lo ha paragonato ai personaggi grifagni e spassosi che animano il mondo di Dickens, lo ha inserito nelle quiete follie quotidiane dei film di Frank Capra, ha tentato di mescolarlo a «finzioni» italiane e a tracce statunitensi. Ma ha soprattutto analizzato le sue storie pubblicate a puntate sui giornali americani, dovute principalmente a Floyd Gottfredson e comprese in un quarto di secolo.
Il risultato è un viaggio ricco di imprevisti e di scoperte, in cui i lettori cresciuti con Topolino ritroveranno illuminato di luce nuova un capitolo indimenticabile della loro vita.

 

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Claude Levi-Strauss – Dal miele alle ceneri [LDB]

Il miele, il fumo. La sensualità, la spiritualità. Con “Dal miele alle ceneri” Claude Lévi-Strauss continua la sua seminale analisi delle opposizioni simboliche dell’umano attraverso lo studio di miti e leggende degli indios sudamericani. C’è un’antitesi fondamentale tra miele e tabacco: il primo è puramente naturale, perché può essere mangiato crudo ed è prodotto dalle api; il secondo, invece, viene consumato solo dopo essere stato incenerito e avvicina l’uomo all’etereo. In questa differenza vive il contrasto che c’è tra stato di natura e stato di cultura, lo stesso che ha condotto storicamente il pensiero mitico verso uno stadio avanzato e più complesso. In questo libro, la riflessione iniziata da Lévi-Strauss con “Il crudo e il cotto” – primo volume della “Mitologica”, la tetralogia che l’antropologo dedicò alle narrazioni tradizionali dei diversi popoli – abbandona le categorie culinarie per soffermarsi sui passaggi subito precedenti e successivi al pasto: il miele è infatti al di qua della cucina, è selvatico e seducente, attrae l’uomo verso la natura; il tabacco, d’altronde, è “al di là” della cucina, è velenoso, avvicina l’uomo al soprannaturale. L’uno è «infraculinario», l’altro è «metaculinario». Muovendosi tra questi opposti concetti, allo stesso tempo complementari e distanti, Lévi-Strauss oltrepassa la sfera della sensibilità – crudo e cotto, fresco e putrido, secco e umido – per affrontare uno dei momenti cruciali della storia del mondo occidentale: quello in cui il pensiero mitico, raggiungendo la sua espressione più alta, si è trasformato in riflessione filosofica e scientifica; quello in cui noi uomini siamo diventati dèi.

 

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Zeev Sternhell – Nascita di Israele. Miti, storia, contraddizioni [LDB]

Molto si è scritto su Israele e sulla sua avventurosa e drammatica nascita, sempre in relazione agli avvenimenti europei e all’olocausto. Questo libro di uno storico e politico israeliano spesso in disaccordo con la maggioranza politica del suo Paese è invece una storia degli anni che precedono la nascita ufficiale dello Stato.

 

 

 

 

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Ilan Pappe – La prigione più grande del mondo. Storia dei territori occupati [LDB]

Dopo la sua acclamata indagine sulla pulizia etnica della Palestina avvenuta negli anni Quaranta, il famoso storico israeliano Ilan Pappé rivolge l’attenzione all’annessione e all’occupazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, esponendoci la prima critica globale relativa ai Territori Occupati palestinesi. Frutto di anni di ricerche, il nuovo lavoro di Pappé rappresenta probabilmente l’analisi più completa mai scritta sulla genesi dei Territori Occupati e sulla vita quotidiana all’interno di quella che l’autore definisce, appunto, «la prigione più grande del mondo». Pappé analizza la questione da molteplici punti di vista: attraverso l’analisi di materiali d’archivio recentemente declassificati, ricostruisce sotto una luce nuova le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici israeliani – e lo stesso processo decisionale – che hanno gettato le basi dell’occupazione della Palestina; rivolgendo poi lo sguardo alle infrastrutture legali e burocratiche e ai meccanismi di sicurezza messi in atto dagli occupanti, rivela il modo in cui Israele è riuscito a imporre il suo controllo a oltre un milione di palestinesi; infine, attraverso i documenti delle ONG che lavorano sul campo e i resoconti di testimoni oculari, Pappé denuncia gli effetti brutalizzanti dell’occupazione, dall’abuso sistematico dei diritti umani e civili ai blocchi stradali, dagli arresti di massa alle perquisizioni domiciliari, dal trasferimento forzato degli abitanti autoctoni per far spazio ai coloni al famigerato muro che sta rapidamente trasformando anche la stessa Cisgiordania in una prigione a cielo aperto. Il libro di Pappé è al contempo un ritratto incisivo e commovente della quotidianità nei Territori Occupati e un accorato appello al mondo perché non chiuda gli occhi di fronte ai crimini contro l’umanità a cui è soggetta da più di settant’anni la popolazione indigena della Palestina.

 

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Jacques Derrida – Spettri di Marx [LDB]

Spettri di Marx incomincia con la critica di un nuovo dogmatismo, di un’intolleranza: “Lo sanno tutti, sappiatelo bene, il marxismo è morto, e Marx con lui, non c’è più motivo di dubitarne”. Un “ordine del mondo” tenta di stabilizzare un’egemonia fragile grazie all’evidenza di un “atto di morte”. Il discorso maniacale che prende il sopravvento ha la forma giubilatoria e oscena che Freud attribuisce alla fase trionfante nel nuovo lutto. (Refrain: “il cadavere si decompone in un posto sicuro, che non ritorni più, viva il capitale, viva il mercato, sopravviva il liberalismo economico!”). Esorcismo e scongiura. Una degenerazione tenta di neutralizzare la necessità spettrale, ma anche l’avvenire di “uno” “spirito” del marxismo. “Uno” “spirito”: l’ipotesi di questo saggio è che ce n’è più d’uno. La responsabilità finita dell’erede è votata alla scelta. Riafferma un possibile, e non un altro. Ma un simile discernimento critico come si apporta all’esigenza ipercritica – o piuttosto decostruttiva – della responsabilità?

 

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Terry Eagleton – L’idea di cultura [LDB]

Qual è la nostra idea di cultura? Il termine ha da tempo assunto una grande varietà di significati diversi, nati in ambiti specialistici e poi entrati nel linguaggio comune. L’esame dei diversi usi della nozione di cultura nel discorso contemporaneo è per Eagleton l’occasione per smontare alcune delle tendenze di fondo nell’attuale dibattito politico e sociale. Critico irriverente dei luoghi comuni, Eagleton evidenzia le debolezze dell’odierno relativismo culturale – che trasforma qualsiasi usanza collettiva in valore assoluto e non discutibile – ma anche l’irreversibile declino delle nozioni più tradizionali e autoritarie di cultura. Per far questo riparte dalle basi del concetto di cultura, dal rapporto tra cultura e natura, tra cultura «alta» e culture di massa, dalla possibilità di comprendere e giudicare culture diverse dalla propria. Il suo libro è un esercizio di intelligenza insieme didattico e provocatorio, capace di evidenziare alcune trame della filigrana ideologica della nostra epoca.

 

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Luciano Lanna, Filippo Rossi – Fascisti immaginari. Tutto quello che c’è da sapere sulla destra [LDB]

L’universo politico-culturale della destra italiana postbellica, le sue rappresentazioni e autorappresentazioni, i miti, le icone, le suggestioni, le invenzioni. Attraverso l’immaginario, una ricostruzione nuova e meticolosa, raccontata in oltre cento voci: da ‘Adelphi’ a ‘Zero Zero Sette’, passando per ‘Ray-Ban’ e ‘Valle Giulia’, ‘Berretti verdi’ e ‘Via col vento’, ‘Ragazzi di Salò’ e ‘Paninari’… Un dizionario avvincente e provocatorio fra politica e costume nell’Italia degli ultimi cinquant’anni, con qualche mistero svelato…

 

 

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Arnaldo Momigliano – Saggezza straniera. L’Ellenismo e le altre culture [LDB]

Quale fu l’atteggiamento dei Greci nei confronti delle civiltà dei Celti, degli Ebrei, dei Romani e degli Iranici con le quali essi entrarono in contatto, soprattutto nella fase declinante della loro storia politica? E quali le acquisizioni culturali che quei tre secoli (dal quarto al primo avanti Cristo), sotto la spinta della dinamica potenza romana, vennero definitivamente consegnate in eredità alla successiva civiltà europea? A distanza di circa quarant’anni dalla prima edizione, il saggio dedicato da Arnaldo Momigliano alla formazione della civiltà occidentale non ha perso nulla della sua esemplare originalità e forza di penetrazione, individuando, da un’angolazione storica e antropologica insieme, nodi e nessi cruciali per la comprensione globale del mondo antico.

 

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Nicola De Blasi, Francesco Montuori – Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano [LDB]

Poeti, scrittori, pubblicitari, parolieri, attori, commediografi avvertono l’esigenza di scrivere in napoletano. Una vigorosa tradizione letteraria fa sentire ancora oggi il suo prestigio, mentre si moltiplicano le situazioni comunicative che spingono verso la vivacità e l’informalità della lingua parlata. A questo punto sorge però il problema della scrittura: con un chiarimento sulla nozione di dialetto e con una prima informazione sulla nascita della letteratura in napoletano, questo libro offre un prontuario ortografico, presentando un dispositivo di regole, ben definite ma anche elastiche, utili come strumento di riferimento facilmente adattabile ad altri dialetti della Campania. Da questo punto di vista, alcune iniziative istituzionali avviate per la salvaguardia delle varietà locali possono sollecitare non tanto una improponibile imposizione dell’uso del dialetto “in nome della legge”, quanto una forma di conoscenza non angusta, che favorisca anche una più ampia riflessione storica e linguistica.

 

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