La trilogia romanzesca dei Sonnambuli, pubblicata fra il 1931 e il 1932 a Zurigo da Rhein-Verlag, si apre con il romanzo Pasenow e il romanticismo, cui seguono Esch o l’anarchia e Huguenau il realismo. La storia di ogni romanzo si svolge quindici anni dopo quella del precedente: 1888, 1903 e 1918 (le date fanno parte del titolo). Sebbene i tre romanzi affrontino tre momenti cruciali della storia tedesca – l’inizio, l’apogeo e la fine dell’impero guglielmino — non si tratta in questo caso di un affresco storico alla maniera di Thomas Mann o di Proust. Non è una saga famigliare, né la vicenda biografica di un individuo. La Germania guglielmina è concepita da Broch come un laboratorio. L’unità dei tre romanzi è data non dalla continuità dell’azione, ma da una stessa domanda: che cos’è l’uomo di fronte al mondo inteso come un processo di «disgregazione dei valori»? Broch ci mostra tre possibilità. La prima si chiama Joachim von Pasenow, il giovane e aristocratico ufficiale protagonista del primo romanzo che, sentendo vacillare i propri valori -l’onore, l’amore, la famiglia, la religione —, si rinchiude nella propria uniforme militare, ultima certezza in un mondo senza più certezze. In un locale di Berlino incontra Ruzena, una prostituta cèca, e inizia una relazione. Poco dopo chiede a Elisabeth, donna del suo stesso rango e immagine della castità, di sposarlo. Attratto da Ruzena, desidera amare Elisabeth. Egli prova attrazione e repulsione anche nei confronti delle idee dell’amico Bertrand, «uomo razionale», che ha lasciato il servizio militare per dedicarsi al commercio. Joachim, in realtà, così come non ama Elisabeth, è consapevole delle ragioni dell’amico Bertrand. Soltanto che vince l’inclinazione verso tutto ciò che Elisabeth e Bertrand rappresentano per lui: l’una il simbolo dell’amore puro, l’altro il simbolo dell’«abisso dell’instabilità borghese». Broch, attraverso la ricostruzione sapiente, insieme logica e incomprensibile, delle decisioni del suo personaggio, ci mostra come in un mondo in preda alla «disgregazione dei valori» è sempre più difficile distinguere il simbolo dalla realtà.
Meraviglia.