In un’Africa spogliata di ogni esotismo e folclore, un tenente dell’esercito italiano vaga alla ricerca di un medico, guidato dal mal di denti. Si allontana dal campo, rimane solo, si perde. È così, per caso, che cominciano le avventure del protagonista di “Tempo di uccidere”, indubbiamente il capolavoro di Ennio Flaiano. Un susseguirsi di casi fortuiti e banali crea le condizioni per le avventure del protagonista, un antieroe solitario che del caso diventa prigioniero e schiavo, tanto da arrivare a credere che la propria storia non sia nient’altro che il compiersi di un destino prescritto. Perché alla fine, in qualche modo, da ogni circostanza sembra scaturirne un’altra: un incidente, l’incontro con Miriam, l’amore, lo spettro di un omicidio e quello della lebbra. Tutto appare concatenato, tutto concorre a trascinarlo in una cupa crisi esistenziale.
Grazie|
Capolavoro
grazie