Pier Maria Furlan – Sbatti il matto in prima pagina. I giornali italiani e la questione psichiatrica prima della legge Basaglia

Sbatti il matto in prima pagina

In dieci anni, tra il 1968 e il 1978, matura il clima che porterà l’Italia, primo paese al mondo, alla chiusura dei manicomi. In questo contesto il ruolo dei quotidiani è fondamentale: grazie alle loro inchieste e alle interviste, cronisti, inviati e opinionisti contribuiscono a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli orrori nascosti dentro le mura degli ospedali psichiatrici, dove poveri, anziani, omosessuali e bambini disabili vengono di rado curati e quasi sempre segregati e maltrattati, sino a far perdere loro ogni dignità umana. Attraverso gli articoli delle maggiori testate giornalistiche nazionali, questo lavoro ricostruisce la storia di quegli anni così significativi: a raccontarla sono i protagonisti della cultura del tempo, da Indro Montanelli ad Angelo Del Boca, da Dacia Maraini a Natalia Aspesi, ma anche intellettuali internazionali come Michel Foucault, Noam Chomsky e Jean-Paul Sartre. Migliaia di personaggi e oltre mille articoli di giornale per ricostruire la cultura dell’epoca, l’ignavia e le controversie attorno alla malattia mentale: medici che non vedono, sindacati che proteggono i propri iscritti, partiti attenti a non urtare gli elettori e lo stesso Franco Basaglia contrario alla legge che porta il suo nome. Emerge uno scenario diverso da quello generalmente immaginato, nel quale diventano evidenti i retroscena dei controversi atteggiamenti dei politici, che contrastano le aperture progressiste di innovatori ormai dimenticati. Nel 1978, dopo anni di dibattito intensissimo, anche grazie alla diffusione dei quotidiani, la situazione non può più essere ignorata: quelli che il Ministro della Sanità, Luigi Mariotti, nel 1965 aveva definito «lager», chiudono finalmente i battenti.

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