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Autobiografia del fegato
di Guido Ceronetti e Giorgio Manganelli

Negli organi anatomici non separati dall’aggregato vivente esiste un barlume di vita individuale? Un fegato, un cuore, avrebbero, oltre alla loro vita limitata e impersonale di parti, una vita segreta e larghissima di persone? Un cervello è due volte persona? Come cervello di qualcuno e in sé? Una cellula, e in particolare una cellula nervosa, racchiude in sé altre vite? Gli organi umani hanno una propria vita individuale? Curarsi con la parola, come se gli organi avessero orecchi, non sarebbe possibile?
Sentiamo Giorgio Manganelli.
«Credo di sì. Credo che le singole parti di un organismo non siano semplicemente dei segmenti di un discorso che ha senso solo nella sua supposta unità. Noi siamo già ampiamente convinti che l’uomo non si può più descrivere come unità. Fra le varie proposte mi è sempre piaciuta molto, e mi piace molto, quella che vuole descrivere la persona come un aggregato estremamente labile, dai confini provvisori, mutevoli, bizzarri, direi una federazione di io o di sotto-io che per qualche tempo si aggrega intorno alla provvisoria e storica bandiera di un nome e cognome, una bandiera onomastica…, che però non ha maggior consistenza del flatus cui si affida. L’idea di una storia autonoma del pancreas, di un’autobiografica del fegato, delle vicende affettive della cistifellea, sono cose fantasticamente eccitanti… Eccitante l’idea di penetrare in una specie di palazzo corporale e di vedere dentro i singoli luoghi, ciascuno dei quali dotato di una sua anche rissosa, protestataria, schiva o bizzarra, vita personale. Chi sa che il fegato degli epatici non sia un organo di ribellione, di contestazione, di non collaborazione. Come posso pensare a una visione completamente unitaria, quando so quanto sia difficile la collaborazione, quanto è spesso provvisoria, labile, la collaborazione fra i vari organi. Mi è del tutto naturale pensare l’individuo come una coincidenza temporaneamente effimera di diversi organismi che s’incontrano, diverse biografie che fanno un tratto insieme.»
Quando, allora, diciamo passioni del cuore non esprimiamo semplicemente una metafora.
«Quello delle passioni del cuore è un problema piuttosto complesso. Non sempre il cuore è stata la sede delle passioni. In altre culture, ad esempio quella greca, erano il fegato o il diaframma i depositari delle passioni. Passioni del cuore va bene, se però siamo disposti ad ammettere che ci sono passioni per tutti gli organi. Perché il cuore dovrebbe amare e il mignolo no? Perché dovrebbe essere negata una vita affettiva del pancreas? Sarebbe sicuramente una forma di repressione organica! Certamente esistono delle specifiche forme di passionalità, di avventurosità e di fantasia. Ci sono organi estremamente fantasiosi. L’asma potrebbe essere nient’altro che una forma d’incubo dei polmoni.»
Quindi non possiamo trapiantare facilmente un organo da una persona a un’altra: lo porteremmo su un terreno in cui queste passioni non hanno più vita.
«Certo. La reazione di rigetto mi sembra molto metafisica, molto simbolica. Ma è un’estraneità di fondo? O si tratta di un’estraneità provvisoria? E’ il rigetto la condizione di organi che preferiscono morire piuttosto che avere uno straniero? O è una forma di razzismo dei singoli organi? È qualcosa di molto misterioso. Direi che fa pensare ancora di più a questa storia autonoma degli organi, a questa capacità di disertare, di suicidarsi o di fare un monologo.»
E se trovassimo un organo che non ha reazioni di rigetto? Dovremmo dire che ha reazioni superficiali? Forse è un amante superficiale?
«Oppure potrebbe essere un organo semplicemente arrendevole. Forse ci sono organi indulgenti, collaboratori affezionati.»

89 pensieri su “

  1. L’occhio non è fatto per vedere, né la mano per afferrare. Vediamo individui solo perché vogliamo vedere individui. Nietzsche ha affrontato l’argomento in tutta la sua distruttività. Per questo poteva dire di sé: “Non sono un uomo, sono dinamite”. Che cosa si aprirebbe se riuscissimo a parlare dell’individuo facendo a meno dell’individuo? Quale geometria non euclidea per il romanzo, o per la filosofia! È il progetto di Nietzsche, che Foucault non ha saputo cogliere in tutta la sua forza – basta leggere “L’ermeneutica del soggetto”, pura erudizione.

  2. Ciao Nat, come stai? L’argomento del post, mi trasmette tutta la sofferenza e il disorientamento che stai vivendo. Forza. Mi permetto di ricordarti il mio banale consiglio: trova al più presto uno specialista e soprattutto non stare da solo.

  3. “A quelli che invocano e ringraziano la Divina Provvidenza far notare che c’è una Divina Imprevidenza altrettanto vigile, quella che regola tutti i nostri errori, gli scontri ferroviari, i naufragi, i terremoti, le stragi degli innocenti, la follia infantile, la peste, le grandi e le piccole catastrofi. Il Bene e il Male si equilibrano nel tempo, secondo la legge dei grandi numeri; o forse non esistono. Esiste un corso delle cose, che non è giudicabile.”
    Forza Nat…e a presto!

  4. guarda!!! dopo la mail personale voglio associarmi agli altri amici anche qui per testimoniarti la mia solidarietà. Guarda anche quanto seme hai propagato e quanti frutti di amicizia sincera adesso si raccolgono intorno a te. Tu stesso con loro, per te stesso e per loro; forse non adesso e forse nemmeno domani, ma ho fede incrollabile che supererai questa pena. Allora beffardi e caustici, ne rideremo insieme Nat, ormai è già vinta e annientata. Niente ha mai arrestato la tua vitalità e non ne avrà la forza quest’affronto basso del destino.
    Simone!

  5. Mi addolora saperti in queste crisi. Qualcosa ne so. Fatti vedere da un buon dottore che non trascuri i dettagli (nel mio caso si trattava di una artrosi cervicale che sparpagliava sintomi di tutt’altro). Nella congiuntura non sottovalutare il sollievo che può portare la chimica, senza abusarne. E se ti è possibile, non star solo.
    (PS. Come puoi vedere ho dovuto cambiare account su MEGA causa mia insipienza – ora la mia mail è awpkeory@guerrillamail.com)

  6. Salve Natjus
    Sono Filippo vivo all’estero e solo oggi sono approdato al tuo blog, ho letto parecchio e mi rendo conto che leggere nella mia lingua madre mi suscita emozioni che purtroppo ancora le altre lingue non mi provocano, ho seguito le “Istruzioni per accedere…” che tu hai indicato ma con scarso risultato, ho creato email temporanea, account mega, ma tuttavia il vento tace, spero tu possa aiutarmi a scoprire nuove emozioni o a rispolverarne altre ormai decadute.
    ti lascio la mia email così da, credo, trovare il mio account Mega.
    Email: xvtfkg@6paq.com

    Con affetto
    Filippo

  7. Ho mandato una mail a tutti quelli che me lo hanno richiesto.
    Chiedo ai moderatori, Nat o chi per lui (come 1v4n0), se posso postare questa informazione in chiaro, di modo che tutti possano usufruirne.

    • Dato che realdesire è allibito, sospendo l’invio di informazioni e attendo da qualcuno dei moderatori istruzioni o un bel cazziatone sulla mia iniziativa (ingenua ma facilmente spiegabile)

  8. Capisco benissimo che Nat non possa rispondere, ma almeno qualcuno che si occupa di questo blog si degnasse di dare un segno di vita e non solo di critica.

  9. Riepilogando la situazione attuale:
    Nat non sta bene e non può in questo momento occuparsi di infornate e blog.

    Il nuovo contatto su Mega gio.bergator@hmamail.com non si capisce come possa essere contattato, e non da spiegazioni in merito. Io l’ho aggiunto ai miei contatti ma non è servito.

    L’infornata di gennaio è raggiungibile in chiaro (non su mega quindi), postata come altre, da uno di noi.

    Nessuno dei curatori, maggiorenti, senatori di questo blog si degna di dare informazioni a noi peones su come comportarci per scambiarci informazioni, le risposte o non ci sono o sono criptiche e superne.

    Che fare? Io modestamente ho cercato di parare il colpo come ho potuto condividendo informazioni. Ho sbagliato? Scusatemi tanto! Vi chiedo come comportarmi e se la mia iniziativa ha compromesso qualche equilibrio.

    Un grande saluto Nat e una speranza di risentirlo presto qui.

  10. Frateli e Sorele,

    è inutile aggiungere quell’indirizzo e-mail ai propri contatti, semmai è chi si cela dietro all’indirizzo in questione che deve aggiungervi ai suoi contatti in modo, appunto, da raggiungervi e condividere. Esattamente quanto avviene anche qui … Costui, che attualmente agisce come “mirror” di LDB e Z, ha creato in passato la propria rete di contatti via M e non so se abbia l’intenzione di allargarla.

    Amico Nat, rinnovo ancora più forte il mio sostegno morale e solidale!

  11. per Ruggero: grazie!
    per natjus: grazie come sempre e … combatti, perchè questa è la prima vittoria (è quello che sto dicendo a me stessa da giorni).

  12. caro Nat, io ti faccio i migliori auguri epperò (non prendertela, parla uno che, conosciuta l’esistenza di questa comunità per altre vie, vie torrent-anti, agogna di farvi parte): un chiarimento, un accenno, una parola su tempi e modalità di accettazione dei nuovi contatti? Potrei così fare qualche richiesta: del tipo I Quartetti di Mozart – Massimo Mila.

    Ciao e, ad ogni modo, in bocca al lupo.

  13. Caro Nat, è sempre un po’ buffo rivolgersi a qualcuno di cui hai letto gli interventi e apprezzato le azioni a lungo senza palesarti e d’accordo col comodo disequilibrio. Dopo un paio di tentativi negli ultimi mesi con la procedura descritta, esco allo scoperto, chiedendo aiuto (ezloutfd@sharklasers.com).
    Ti faccio anche gli auguri, sperando non ti suonino più volgari o grotteschi di quello che sono. Sopra qualcuno consigliava di non stare da solo, e sembra anche a me tutto ciò che occorra sapere (a chiunque, quindi anche a qualcuno che si conosce solo dal negativo dalle sue letture). Non che poi sia facile muovere le leve per allinearsi al consiglio.

    jacopo

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