Linguaggio e Filosofia sono le due rubriche a cui appartengono i testi qui pubblicati: come dire il centro, il cuore della ricerca di Valéry. Ma occorre subito precisare un punto: l’originalità e la potenza del pensiero di Valéry in rapporto a queste due parole sono così grandi proprio perché mai, in nessun momento, Valéry parlò in termini da linguista o da filosofo. Linguaggio fu per Valéry la via d’accesso privilegiata alla totalità della mente, al funzionamento cerebrale, all’imponente àmbito di ciò che sta al di fuori della parola. Questo diventava possibile in quanto, per Valéry, «le parole fanno parte di noi più dei nervi». Quanto alla Filosofia, si può dire che Valéry non abbia mai rinunciato a un qualche sarcasmo verso questa disciplina, per lui troppo pomposa e paga di verbalismi. Già nei suoi primi anni osservava: «La metafisica ovvero astrologia delle parole». E dello stesso periodo è un’annotazione che ci permette di capire, una volta per sempre, a quale remota distanza si ponga la «filosofia» di Valéry dalla «filosofia delle università»: «La filosofia è impercettibile. Essa non è mai negli scritti dei filosofi – la si sente in tutte le opere umane che non concernono la filosofia ed evapora non appena l’autore vuole filosofare».