«Agli inizi, nella promiscuità in cui si operò lo slittamento verso la vita, qualcosa di innominabile dovette accadere, che si propaga nei nostri malesseri se non nei nostri ragionamenti. Che l’esistenza sia stata viziata alla sorgente, insieme agli elementi, chi potrebbe esimersi dal supporlo? Colui che non sia stato indotto a considerare questa ipotesi, come minimo una volta al giorno, avrà vissuto da sonnambulo». Cioran, che è l’opposto del sonnambulo – e subisce, se mai, la coazione alla «lucidità cronica» –, ha contemplato la suddetta ipotesi per lunghi anni. E così ha evocato, quasi un personaggio di romanzo, quel «funesto demiurgo» a cui accenna il titolo di questo libro e che ritroviamo, quale fedele compagno, non solo nei testi gnostici ma in ogni pensiero che non distoglie lo sguardo dal male. I temi sono gravi, ma la prosa è leggera. Cioran è un virtuoso nell’evitare la ponderosità professionale del teologo o del filosofo. E ci offre qualcosa di più: una riflessione senza barriere protettive, lo stile acuminato di un etnografo del vuoto, di un clinico della tara primordiale. Il funesto demiurgo è apparso per la prima volta nel 1969.
Dove trovo il link?
Link unico G. in alto a destra, poi Indice autori C e infine E-book C3.
alcune “confessioni” : la mia speranza è che qualche “demiurgo” non troppo “funesto” conceda ai quaderni di cioran “la tentazione di esistere” su questo blog (spero di essere soddisfatto, altrimenti alle “confessioni” potrebbero aggiungersi gli “anatemi” 😉 …)
A parte gli scherzi, naturalmente la mia “ammirazione” per tutti i consigli offerti non si limita ai soli “esercizi” … grazie mille per quello che è stato fatto finora. Posso attendere i quaderni di cioran, e, nell’attesa, approfittare dei tanti ottimi consigli offerti…