Il lettore di “La musica e l’ineffabile” è invitato a un’avventura di pensiero: Jankélévitch attraversa alcuni itinerari musicali – non casualmente di area russo-francese tra fine Ottocento e inizi Novecento – e vi rintraccia movenze e suggestioni dell’aspetto ineffabile del reale. Ma, nel condurre questa operazione, il libro compie anche sottili decostruzioni che demistificano ogni partito preso, ogni metodologia o idea convenzionale sulla musica. Così il pensiero stesso può aprirsi a una nuova esperienza, a una nuova sensibilità etica ed estetica. Jankélévitch non vuole farsi sfuggire quello che per lui è il compito primo dell’uomo contemporaneo: tenere a distanza tutte le illusioni.
Grazie a Carlito Brigante per la scan di partenza.