L’ etica nasce storicamente come funzione sociale diretta della riproduzione comunitaria, secondo una logica che la teoria dell’evoluzione di Darwin descrive in modo sostanzialmente esatto. Ma, dal momento che l’uomo è un ente naturale generico dotato di ragione e linguaggio, e che il suo sviluppo sociale si compie dialetticamente attraverso un’articolazione classista della comunità, ad un certo punto sorge necessariamente una problematizzazione morale dei fondamenti dell’etica tradizionale. Questa storia dell’etica, ispirata al metodo della logica della storia di Karl Marx, parte dalla dialettica dicotomica fra Misura e Dismisura nel modo di produzione dei piccoli produttori indipendenti della Grecia classica e si sviluppa sulla base di passaggi storici successivi. Si considerano in particolare il modo di produzione schiavistico antico ellenistico-romano, i due aspetti dell’etica cristiana dal momento messianico al momento gerarchico feudale, ed infine l’etica nel capitalismo periodizzato in tre momenti successivi (epoca di transizione tardosignorile e protofeudale, capitalismo classico dicotomico scisso in borghesia e proletariato, ed attuale capitalismo smisurato senza classi postborghese e postproletario). Un capitolo è poi dedicato al “dilemma etico” del comunismo storico novecentesco recentemente defunto (1917-1991). I tre capitoli finali del saggio sono dedicati alla discussione di questioni filosofiche concernenti la fondazione teorica di un’etica che sia all’altezza delle sfide del mondo attuale. Il mondo attuale è connotato come un mondo che non rende possibile alcuna fondazione razionale dell’etica che non sia un’etica della resistenza. È questa ad un tempo la premessa e la conclusione di questo saggio. Senza resistenza all’immoralità strutturale del mondo attuale non è possibile alcuna etica, ed ogni discussione sugli “ismi” appare priva di orizzonte e di consistenza.