Alternando ritratti e panoramiche, e misurando l’attualità di autori canonici, eccentrici o dimenticati, Da Pascoli a Busi offre un ampio spaccato della letteratura italiana tra la fine dell’Ottocento e il Duemila. E il titolo non è solo uno stratagemma vivace per indicarne i confini cronologici. Infatti, occupandosi di un’epoca in cui il peso pubblico dei linguaggi letterari si è andato rapidamente riducendo, Marchesini racconta gli estremi sviluppi del rapporto abnorme che in Italia ha legato per secoli l’identità nazionale agli scrittori: scrittori che spesso, quasi a risarcire una società priva di coesione e di modelli politici comuni, da puri rappresentanti di valori estetici sono stati trasformati in veri e propri personaggi, in simboli variamente attendibili di un costume o di un modo di vivere. Ne risulta un libro in cui le analisi stilistiche fanno tutt’uno con la storia della cultura.
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