Uscito negli Stati Uniti nel 1932, Uomo morale e società immorale fu tradotto e pubblicato in Italia da Jaca Book nel 1968. A distanza di decenni, la tesi che quest’opera illustra, pur essendo stata poi ripresa e sviluppata dal suo autore, mantiene intatto il valore di monito contro ogni cristallizzazione etica, valido per affrontare le contraddizioni odierne. Niebuhr elabora un discorso che capovolge le premesse dell’intera tradizione moralistica americana e dei suoi miti, trasformandoli da ideali morali in inevitabili luoghi di giustificazione dell’egoismo collettivo di una società bianca che era andata aumentando vertiginosamente il suo potere su altri popoli.
Niebuhr, senza utilizzare una critica marxiana, coglie anche l’aspetto sistemico del capitalismo e delle sue conseguenze dirompenti sul proletariato e il sottoproletariato. In ogni gruppo umano c’è meno capacità di guidare e controllare razionalmente gli istinti e un più sfrenato egoismo di quanto non ne dimostrino, nelle loro relazioni personali, gli individui che compongono il gruppo.
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