Uomo della strada, uomo di massa, uomo-massa: così potrebbe essere definito il Bloom – figura della banalità che prende il posto del personaggio dell'”Ulysses” di Joyce – fratello della “Jeune-Fille” tratteggiata dal collettivo Tiqqun. Come tra lei e la sua immagine non c’è nulla, così il Bloom è l’uomo a tal punto confuso con la sua alienazione che sarebbe assurdo volerli separare. Una uniformità e conformità ormai totalmente costitutive della realtà sociale, entrambe condizioni di quella “concorrenza mimetica” cui il suo niente interiore spinge il Bloom. Nella società dello spettacolo, di cui il volume approfondisce gli estremi sviluppi, “essere” significa “essere diverso”, nel senso del “siate diversi, siate voi stessi” di una nota reclame.