Di ritorno dall’Unione Sovietica nel 1936, Celine pubblica il primo dei suoi scottanti e sbalorditivi pamphlet politici: “Mea culpa”. Il testo, che qui viene proposto nella traduzione e con una introduzione di Giovanni Raboni, non è solo l’appassionato e disperato atto d’accusa contro gli spaventosi limiti della natura umana, ma anche una preziosa testimonianza che permette di cogliere le illuminazioni di una spregiudicata profezia. In appendice al volume sono raccolti due testi che documentano da un lato la storia della ricezione di Mea culpa in Russia e rivelano dall’altro il rapporto di Celine con autorevoli esponenti francesi della “letteratura impegnata”.