Durante l’estate 2015 Wolfgang Schäuble, il Ministro delle Finanze tedesco, ha dichiarato allo “Spiegel”: “Mia nonna diceva spesso che la bonarietà conduce alla sregolatezza”. Quando la nonna di Schäuble era giovane, la Germania non correva certo il rischio della bonarietà, e nell’estate dell’amarezza 2015 alcuni si sono chiesti se qualcosa di quella Germania priva di bonarietà non sia riemerso da quando questo paese si è assunto il compito, che nessuno gli ha affidato, di costringere ogni altro paese europeo ad adottare riforme neoliberiste che precarizzano il lavoro e privatizzano le risorse sociali. Questo libro è stato scritto nei giorni del referendum greco e poi della resa di Tsipras: il tema centrale del libro è la sregolatezza, piuttosto che la bonarietà di cui il continente europeo appare al momento sprovvisto. Sregolatezza intesa come altra faccia (la faccia immorale, però) della deregulation. Che significato hanno le regole, di cui la Germania ordolibe-rista si vuole custode inflessibile? Chi le ha fissate? E chi è tenuto a rispettare le regole, nell’epoca seguita alla deregolamentazione neoliberista? E che funzione svolgono nella cultura dell’Europa gotica? E quale invece nell’Europa barocca? Il collasso dell’Unione europea, la guerra che si diffonde alle sue frontiere e il riemergere dell’odio nazionalista, la disoccupazione che aumenta, la crescita che non può ritornare, e l’inutilità del lavoro salariato. Questi sono i temi di cui si ragiona in queste pagine.