Un conservatorismo ottuso aveva mantenuto la Russia in uno stato di assoluta immobilità, quando in Europa il progresso economico e sociale era ormai da tempo in atto. Inetto e autoritario, questo conservatorismo si autodistruggeva cercando di soffocare qualsiasi voce di protesta, mentre non riusciva a impedire il successo e l’influsso di una letteratura vigorosa che a cominciare da Gogol aveva messo a nudo il tormento e l’oppressione del popolo russo su temi che riapparvero nelle opere di Dostoevskij, di Tolstoj, di Herzen, di Saltykov-Scedrin, di Korolenko, dello stesso Cechov, assetato di impegno sociale, e di Gorkij, pieno di impeti di rivolta, per ricordare soltanto i più famosi.
Tutto poteva accadere in Russia, ma pochi si aspettavano che la rivoluzione proletaria trovasse proprio lì la sua culla e la sua ideologia. I teorici della rivoluzione contavano comunque più su una base operaia che contadina. La Russia smentì questa tesi e in due momenti, con la rivoluzione di febbraio e quella di ottobre, costituì il primo Stato Socialista.
Si è scritto molto su questo evento e molto si scriverà ancora. Gérard Walter in questo volume fa un’analisi essenziale degli avvenimenti, riferendo testimonianze di altissimo valore, su documenti inoppugnabili, dando vita a un’opera che per rigorosità e obiettività di indagine va con pieno merito a collocarsi tra gli studi di maggiore importanza dedicati al più grande evento storico-sociale del nostro secolo.