Come tutti gli eventi storici che hanno contribuito in modo determinante a definire il volto del mondo contemporaneo, la rivoluzione bolscevica è oggetto di ricche analisi e di accesi dibattiti. Martin Malia non vuole qui fornire un’ennesima ricostruzione della successione drammatica di avvenimenti che costellarono il processo rivoluzionario dalla sua genesi agli esiti staliniani. Propone invece un tentativo di analisi che mira a decifrare un nodo storico complesso, a individuare connessioni e logiche capaci di collegare gli eventi senza violentarli, smantellando schemi interpretativi cristallizzati e teoricamente poco profondi. Malia inserisce la rivoluzione russa nella cornice europea, confrontandola con i due grandi sconvolgimenti che — nell’Inghilterra del XVII secolo e nella Francia del XVIII — sovvertirono assetti storicamente consolidati, evidenziando con uguale lucidità le circostanze specificamente russe che hanno conferito alla rivoluzione bolscevica la sua irriducibile peculiarità. Quello che vediamo nascere nel 1917 è un universo così radicalmente «diverso» che ancora non ne conosciamo con esattezza né la natura né le regole di funzionamento. È convinzione dell’autore che il processo rivoluzionario abbia progressivamente condotto all’instaurazione di una «ideocrazia burocratica», quella stessa che ritroviamo anche oggi come tratto caratteristico del regime sovietico: interpretare correttamente la rivoluzione russa significa dunque comprendere con maggiore profondità ed efficacia la realtà di uno dei protagonisti principali della scena storica contemporanea.