La più recente opera poetica di Charles Simic, tra i maggiori esponenti della poesia nordamericana di oggi. La sua ispirazione cordialmente spettrale, ironica e straniata, dà vita ai quadri mobili del nostro surrealismo quotidiano. Simic è fantasioso e malinconico: nato fra le rovine della vecchia Europa, il poeta sente nelle proprie fibre il richiamo di quell’America fatta non di modernità e slanci, ma di sparizioni e trapassi, osservati con tenerezza e senso del paradosso. Tra le parole di Simic capita di camminare per la città, rasentandone la follia; di assistere al nitore di un’alba; di imbattersi in personaggi bizzarri, non si sa se reali o ricordati. I suoi versi sono sobri, leggibilissimi, frutto del colloquio con un reale vario e sorprendente.