Nota post infornata 12 aprile 2017

Cari amici di LDB,

eccoci qua con la nuova infornata, la prima delle tre incursioni previste nel populismo e nella politica contemporanea. Questo trittico ci accompagnerà fino alle elezioni francesi, e cioè al momento in cui la possibile vittoria della signora Le Pen potrebbe rappresentare una cesura storica per i destini dei populismi anti-Ue. Mi piacerebbe che nei commenti si aprisse una discussione su questi argomenti piuttosto pressanti.

I miei ringraziamenti vanno a Ivano, che ha messo gentilmente a disposizione il consiglio di Laclau, e poi all’altro amico, che su mega si firma checco Blazek, che ha condiviso il terzo volume della trilogia di Franco Venturi (insieme ad altri interessanti consigli). Non so se ne sia anche il creatore originario, ma anche nel caso non lo fosse, lo ringrazio lo stesso.

Potete sostenere questo blog, progetto unico nel panorama della condivisione italiana, in due modi:

1. Con un contributo in denaro, cliccando sul banner qui sotto (o in alto a destra nella pagina principale del blog):

(ricordo, per inciso, che non è necessario possedere un account paypal per donare, ma basta anche solo una postepay). La donazione è libera e non è vincolata all’accesso ai consigli.

2. Condividendo a vostra volta materiale con gli utenti del blog.

Chi dona aiuta a preservare una delle poche fonti originali del web italiano: in questi tempi, in cui si moltiplicano pescecani e piccole cricche sfruttatrici che addirittura fanno pagare il materiale di cui si appropriano, ciò non è poco.

Grazie

90 pensieri su “Nota post infornata 12 aprile 2017

  1. Per errore ho pasticciato con il mio account Mega e ho cancellato la condivisione del tuo mega. Potresti aggiungermi di nuovo?
    Il messaggio ricevuto al momento delle modifiche è stato il seguente: l’accesso alle cartelle condivise è stato rimosso.
    Grazie

  2. Il primo pannello del trittico – non so se sia quello centrale o uno dei due laterali – è ricco di consigli importanti su temi, il populismo e la disastrata politica contemporanea, a dir poco cogenti e scottanti (pressanti, come ha scritto il Fornaro). Rimarcherei il fatto che proprio il nostro paese è quello più fortemente a rischio populista e nei riguardi sono molto pessimista. Vincesse la Le Pen in Francia, ecco che il populismo salviniano prenderebbe ancora più corpo. Perdesse la Le Pen, sarebbe invece un duro colpo per la coalizione destrorsa, seppure non per il KO definitivo; ma soprattutto, ne gioverà il populismo pentastellato, che si troverebbe poi a un’incollatura dal governo italiota. Insomma, siamo accerchiati e spacciati, grazie ai madornali errori e alle beghe della sinistra, di certa presunta sinistra.

    Nat, ti ringrazio per queste grandi lezioni di cultura politica!

    Nei prossimi giorni in Amici di LDB troverete un’Aletiniana Suppl. n. 2, dove ho pensato di raccogliere quei consigli che condivisi qui prima dell’avvento delle Aletiniane e che rischiavano di andare dispersi. Gli utenti storici già li avranno e mi perdonino, i novizi spero ne giovino.

    Saluti e Salute!

  3. Ma il 5 stelle ormai fa le proprie leopolde per rassicurare i grandi manager che non cambierà niente anche qualora prendesse il potere.., e poi rispetto a un front national ha un sostrato ideologico nettamente più povero, e quindi più malleabile da chi detiene i mezzi di produzione intellettuale. Dopo tutto legalità e onestà sono valori perfettamente compatibili con il funzionamento di una società diseguale e ingiusta, l’unica possibile nell’attuale capitalismo globalizzato. Non per niente i modelli di riferimento di travaglio e davigo (veri ideologi del 5 stelle) sono gli Usa e Israele. ça va sans dire….

  4. Spero anch’io siano malleabili e “illuminabili”. L’incompetenza e la presunzione sono pericolose. Vero poi che i fatti sono cosa diversa dai proclami, soprattutto nelle nostre contrade. Trump, invece, proclamò e ora pare mantenere la parola data, almeno sulle prime.

  5. infornata in anticipo? consigli azzeccatissimi. A me quello che preoccupare è il ritorno evidente del razzismo e del concetto di razza nascosto sotto il nome di “etnia”. Quello che prima era “razza inferiore” adesso è diventato “etnia incompatibile”.

  6. Ringrazio Nat per questa splendida prima puntata sul populismo e Brunico per la sua Articolando populista.
    Sono tra gli aletiniani della prima ora, ma grazie lo stesso.
    A me sembra che i poteri forti (leggi capitale nelle sue varia incarnazioni. finanziario, industriale, commerciale) riescano a condizionare qualunqe forza politica vada al governo, piegandola ai propri interessi. Il caso più eclatante è la Grecia, ma anche il populista Trump in pochi mesi è stato normalizzato e da isolazionista è diventato guerrafondaio proprio come sarebbe stata la Clinton se eletta.
    Non c’è scampo.
    I

  7. Ultime da dasolo: il provider estero che ospitava il sito è stato denunciato qualche giorno fa per pirateria digitale, ora i gestori del sito stanno provvedendo a cambiare server, ancora più imboscato (russia? cina? marte?). I dasolisti non si fanno problemi a rivelare loro stessi tutte queste cose sul loro forum (ma in questo momento sono offline).
    Pescando in rete su articoli vecchi scopriamo che guadagnano (-avano) 250 euro al giorno con la pubblicità e che un loro moderatore è stato già l’anno scorso messo sotto processo dalla GF italiana. Sono stati adottati provvedimenti per limitare l’incasso dei guadagni pubblicitari con le ad company ecc ecc.
    http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-01-23/la-guardia-finanza-ha-chiuso-sito-dasoloinfo-144034.shtml
    Insomma, a mio modesto parere, un modello da non imitare, da cui impariamo che se entri nel giro grosso non ne esci indenne se non sei un potentissimo ècher russo che con due click puoi echerare le elezioni presidenziali del circolo anziani.
    Forse è più semplice restare in piedi quando l’attività rimane un hobby (no ad, no soldi), quando la distribuzione è decentralizzata (no dipendenza da server di grandi dimensioni, es torrent) e quando si adottano accorgimenti di anonimizzazione per il gestore dell’impresa (Tails? ma non è detto sia del tutto sicuro… argomento in continuo aggiornamento).
    Nat, pensaci a Torrent… Ciao!

    • Esito prevedibile quando ti metti contro le grandi major americane della musica e del cinema. Per quanto concerne questo blog ho deciso di continuare a non mettere alcun tipo di pubblicità. Anzi, ti rivelo una cosa in anteprima: in futuro potrei addirittura chiudere il blog e spostare tutta l’attività su Mega, utilizzando il sistema delle chat di gruppo che sto provando in questi ultimi tempi.

  8. Nel suo intervento Nozomi ha giustamente collegato “populismo” e “razzismo”, che sono i due elementi che più spaventano adesso. In entrambi i casi queste due parole sono sempre più usate come termini privati del loro significato.
    Si identifica per “populista” e per “razzista” colui che vuole proteggersi dalla delinquenza. Il populista e razzista in questione direbbe qualcosa del tipo: “È giusto eliminare gli zingari perché rubano”; per cui (si deduce) che, da buon razzista, sarebbe disposto a tollerare una banda criminale norvegese. I vichinghi hanno senz’altro fatto più danni degli zingari, anche se concentrato in un piccolo periodo della storia. Qualcosa non torna.
    Il vero razzista non è colui che vuole eliminare gli zingari perché rubano, ma è colui che, avendone la possibilità, comincerebbe a eliminare gli zingari che non rubano e che si sono perfettamente integrati nella società occidentale, perché proprio lì, secondo lui, è il pericolo. Il vero razzista non vuole eliminare gli adulti di quella razza che hanno commesso crimini, vuole eliminare i bambini, in modo da bloccare la propagazione della specie.
    Il razzismo vero è ragionamento, cioè pensiero. Che è quello che adesso si fugge. Quello che dico in questo commento può sembrare più pericoloso di quanto segnalato da Nozomi. Il pensiero è richiamo al pericolo. Che è ciò che nessuno, politico o filosofo, vuole più fare.
    Non penso che una società autenticamente organizzata secondo criteri razzisti sarebbe infinitamente più dannosa di quella attuale. Sarebbe, prima di tutto, una società diversa da quella attuale.
    C’è un racconto di Borges che descrive la psicologia del vero razzista: “Deutsches Requiem” (“L’Aleph”).

  9. Per quanto riguarda il caso italiano, c’è uno studio francese risalente al 2007 (e quindi qui abbiamo uno sguardo esterno che indaga sul fenomeno neopopulista italiano) che probabilmente (ma non necessariamente) per ragioni politiche non è arrivato tradotto in Italia non prima del 2011 (sebbene fu pubblicato qualche mese prima delle dimissioni di B. avvenute nello stesso anno). Questo lo studio:

    Lynda Dematteo, “L’idiotie en politique. Subversion et néo-populisme en Italie”, Parigi, Fondation Maison des sciences de l’homme, giugno 2007

    Lynda Dematteo, “L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord”, traduzione di Matteo Schianchi, prefazione di Gad Lerner, Milano, Feltrinelli, giugno 2011

    Come si può vedere, la traduzione del sottotitolo in Italia è stata fatta quasi certamente per ragioni di vendita ed editoriali (anche se l’immediato suggerimento di comunanza tra un idiota e un leghista personalmente non mi dispiace). Il fatto che ne sia stata ritardata la pubblicazione (e in particolare in quell’intorno d’anni) può dare adito a più ipotesi, ma su questo punto si dovrebbe spendere un altro articolo scientifico volto a dimostrare che un gruppo editoriale come la Feltrinelli abbia ricevuto pressioni politiche in tal senso (e non si debba piuttosto imputare al solito vizio nostrano la pubblicazione di certi saggi nel Bel Paese o ad altri motivi ancora). Del resto, ricordiamo tutti com’erano quegli anni. E a riprova di ciò, anni dopo e in un mutato clima politico, troviamo scritto su wikipedia: “Il libro fu al centro di un caso nel gennaio 2012, quando il sindaco leghista di Sesto Calende, Marco Colombo, contestò pubblicamente l’acquisto del libro da parte della direttrice della biblioteca comunale, e, per boicottarlo, decise di farlo prendere in prestito a turno dai militanti locali, in modo da toglierlo, di fatto, dalla consultazione.”

    Non so dire poi se strappare il libro di Salvini nelle librerie sia stato un gesto politicamente corretto, a fronte di tanta ostentata democraticità dimostrata dagli avversari… 😉

  10. a contributo della discussione e per ulteriori approfondimenti, rimando a un sito (che molti di voi già conosceranno) veramente molto buono che si occupa in maniera approfondita, accademica e scientifica di temi come questo e recensioni di saggi, e che ogni tanto raccoglie i suoi articoli su temi specifici come questo:

    http://operaviva.info/tag/populismo/

    (Tra gli articoli che troverete consiglio in particolare il bellissimo ‘Per una politica dello sciame”; presente ovviamente anche uno su Laclau)

  11. C’è un che di affascinante nell’idea che una bomba, o forse LA bomba, possa annichilire qualche millennio di cultura e bruciare il capitale di scienza e autocoscienza accumulato dall’uomo nel corso dei secoli. La bomba è democratica, uccide grandi e piccini, sani e malati, incolti e laureati, poveri e ricchi. Siamo però ancora nell’epoca del penultimo ordigno, la premessa del compimento. Manca ancora l’arma definitiva, l’arma che, nella sua unica deflagrazione, possa disintegrare il pianeta intero. Dobbiamo auspicare questo: l’avvento della Bomba definitiva, che possa porre fine al dimenarsi insensato delle specie e all’arroganza iperbolica dell’uomo. L’epoca delle bombette è l’epoca delle stragi. L’epoca de LA bomba sarà quella dell’ultimo olocausto, dell’atomizzazione istantanea, della consumazione irrimediabile. Preghiamo per l’avvento dell’Ordigno e preghiamo che il bottone venga infine premuto.

  12. Vi sottopongo un prolema tecnico: Le note a piè di pagina.
    Ho visto ache Abbyy ha qualche difficoltà nel gestirle, soprattutto se la nota continua nella pagina successiva.
    Come vi comportate nel caso in cui ce ne sono molte?
    Disabilitate la funzione di riconoscimento delle note e poi le copiate pagina per pagina in fondo al libro?
    Lasciate abilitato il riconoscimento e poi fate le correzioni su quelle errate o non riconosciute?

    Il problema è che su un testo di 500 pg con due o tre note per pagina ci si mette in ogni caso un bel po’ di tempo…
    Qualche consiglio?

  13. Salve, confidando di essere aggiunto alla lista, ho sparso vari commenti in luoghi che non saprei ritrovare, ammesso che siano luoghi “reali” in questa dimensione virtuali. Riprovo e chissà che non sia questa la volta buona. Vi seguo con interesse. Ottimo lavoro, grazie

  14. @Turuk: io lascio il riconoscimento così com’è e sistemo poi manualmente nota per nota. Confermo: il lavoro si allunga di parecchio.
    @ Nat: puoi spiegare in che modo “dividi” le pagine?

  15. Grazie anche a te Nat per questa bella bibliografia sul populismo. Il mio pensiero già lo sai: il populismo nei paesi occidentali è un argomento già chiuso quando si capisca che dietro c’è una regia unica ed è quella del sistema con personaggi come Soros, ebreo traditore del suo popolo e collaboratore dei nazisti. La stessa regia anglo/americana/sionista che ha fatto le rivoluzioni colorate, le primavere arabe, le aggressioni in Medio Oriente, che ha pianificato e attuato l’immigrazione/invasione in Europa (Soros paga attraverso le sue ong le navi che recuperano gli immigrati in mare), che promuove i diritti di chiunque si senta una cosiddetta sessualità fluida (e di cui in realtà non gliene importa nulla), così come aveva promosso l’emancipazione della donna, l’aborto e il divorzio. (Tra l’altro pensaci, i veri potenti (che non sono ovviamente Berlusconi o Trump): 1) non danno alcun diritto alle loro donne, che dal canto loro si guardano bene dal lavorare, 2) queste ultime non abortiscono perché sono ricche e non ne hanno bisogno, 3) non divorziano perché i matrimoni sono combinati per scopi di potere e quindi non si disfano solo perché non si va più d’accordo.) La stessa regia che ha diffuso l’equazione antisraeliano = antisemita = razzista. (Persino la filosofa De Cesare, che certo si vede che c’ha il dente avvelenato con Heidegger, ci ha tenuto onestamente a distinguere tra antisemitismo metafisico e antisemitismo biologico, assolvendo implicitamente Heidegger dato che l’oggetto dei giudizi di quest’ultimo non riguardava la biologia e quindi la razza.) Questi sono pazzi, in questi giorni stanno cercando lo scontro totale a tutti i costi, mentre Putin cerca disperatamente di non farsi provocare dopo che in Turchia gli hanno ammazzato un diplomatico in mondovisione e sono andati a fare un attentato in casa sua mentre lui era in visita nella stessa città.
    Lenin sembra che dicesse: “il miglior modo di controllare l’opposizione è quella di comandarla noi stessi”. Ti vorrei rimandare quindi ad un vademecum trovato in rete che stila una serie di regole che permetta di riconoscere appunto le eventuali finte opposizioni. https://tinyurl.com/klwpo7e

    • non ce n’è bisogno perché io quando divido la pagina in due agisco solo sull’immagine, perciò non c’è necessità del riconoscimento del testo (che viene fatto in un secondo momento)

  16. Niente populismo, solo che il Rignanese sta portando la sinistra verso la piena consacrazione DemocraticoCristiana, ma il problema più grande non è lui, ma coloro che lo seguono vedendo in lui l’unica alternativa possibile.
    Comunque niente politica in questa collezione del criticatissimo Carlos Castaneda di cui la conversione del 10° libro (tensegrità) mi ha fatto letteralmente impazzire. Aggiunti altri 3 libri sull’argomento.

    https://mega.nz/#F!r49FhYpR!ozM2eXusvSDB2hw9WkSgIg

    Metodo: da Abbyy Fine Reader 12 a docx, poi con Calibre da docx a epub e tanto tempo in correzioni dell’ocr.

  17. @ En ny Hermann citaz.” Non penso che una società autenticamente organizzata secondo criteri razzisti sarebbe infinitamente più dannosa di quella attuale”.
    Non ti sembra che i vari tentativi di realizzare una società razzista, dalle leggi sulla sterilizzazione negli Usa, al nazismo e alle leggi razziali italiane, abbiano prodotto abbastanza danni?
    @ Pierre. Purtroppo “l’ordigno fine di mondo” non è democratico. I ricchi hanno già pronti i loro rifugi. Guarda o riguarda il Dottor stranamore di Kubrick con lo straordinario Peter Sellers.
    @ Zovvo Sbaglio o vedo una certa vicinanza con le tesi del Fusaro di Pensare altrimenti?
    Il centenario della Rivoluzione d’ottobre ha avuto il merito di porre di nuovo sul tavolo il concetto di “rivoluzione”, sia pure declinato in modi diversi, uno di questi è quello di Hollway, opportunamente consigliato da Nat.

  18. @ Grattacielo: nessun rifugio può proteggere dalla polverizzazione di un pianeta. Ed io punto a quello: alla polverizzazione dell’intero pianeta. La tecnologia primitiva di cui disponiamo non è ancora in grado di produrre un ordigno di tale potenza.
    @ Nat: ma la divisione della pagine la fai una pagina alla volta o si può selezionare una porzione e applicarla a tutte?

  19. “Una rivoluzione vera non fa appello al potere, si fonda al contrario sulla trasformazione della modalità di esistere, degli stili di vita, delle forme dell’agire.
    Una rivoluzione vera cambia lo sguardo sul mondo, agisce sui comportamenti minuti, quotidiani, fonda nuove modalità di relazione tra gli uomini, le donne, e ogni forma di vita del pianeta.”
    (Veronelli)

  20. 1) Ringrazio Grattacielo per la sua fede aletiniana, ricambiata con rinnovata fede grattacielliana da parte del sottoscritto.

    2) Ringrazio Toruk per l'”articolato” allargamento della proposta sul populismo.

    3) Quoto Nozomi che in un post breve ma assai incisivo chiama in causa gli eufemismi del politicamente corretto, che poi sono i cardini linguistici della più deteriore ideologia populista e delle sue deviazioni antropologiche. Su questi temi consiglio la lettura di:
    – ADRIANO PROSPERI, Identità (Laterza, 2016)
    – MURIZIO BETTINI – Radici. Tradizione, identità, memoria (Il Mulino, 2016)
    Ricordo altresì che il concetto di razza, tanto caro a Gobineau e ai suoi nipotini novecenteschi – risale, tuttavia, almeno al ‘700 -, è ormai squalificato scientificamente e non ha senso di esistere, dal momento che siamo tutti africani, come ci ricordano i genetisti che si occupano delle origini e dell’evoluzione della popolazione umana (uno fra tutti, più “raggiungibile” di altri: Guido Barbujani). Purtroppo il razzismo continuerà a sopravvivere al defunto concetto che lo generò.

  21. @Natjus. A parte gli scherzi, è realmente una raccolta utilissima perché serve a capire di cosa si sta parlando prima di capire cosa c’è dietro come faccio io.

    @ Grattacielo. A Fusaro mi accomuna la critica al capitalismo (ma non la sua fondazione) e l’aver capito che le questioni vanno un minimo storicizzate. Hai voglia a parlare in astratto di accoglienza dell’immigrato o di razzismo, di diritti del fluidismo sessuale, di emancipazione della donna, di aborto, contraccezione, divorzio, ecologia: staremmo fino al giorno del giudizio. Siamo allora più pragmatici: chi ha sollevato tali questioni? Per quali fini? In che contesto di forze e progetti? Non è che le cose accadano per caso (E. Severino, Dike, III, II), va un po’ tenuto conto della luce che ad un certo tratto le illumina: specie poi se i media mainstream ne parlano ad un certo punto tutti insieme come dopo un ordine di beccata. Ma i punti di contatto col pensiero di Fusaro finiscono qui perché alla fine lui è di ascendenza previana e io severiniana. Lui condivide l’analisi marxista per cui i diritti civili e politici sono una conquista delle masse e in più attraverso la forza (la violenza), per me invece in partenza va per lo meno tenuto conto che i capitalisti alla fine siano stati poco poco d’accordo e non abbiano subito passivamente. E allora emancipancipazione della donna, diritti lgbt, stato sociale, ecc., acquistano una connotazione molto diversa perché devono essere riguardati anche come aspetti funzionali al sistema capitalistico. E’ una cosa nuova di cui non si può non tenere conto, e infatti anche Fusaro ne tiene conto, ma lui applica questo principio solo ad alcune “conquiste” e non a tutte. Ma poi la storia è fatta poco di dialettiche umane (di res gestae) e molto di processi che hanno una portata più vasta di quella che ha come fine il benessere (per lo più materiale) di popoli singoli o dell’umanità. Gli scopi umani sono solo strumenti della kantiana eterogenesi dei fini o dell’hegeliana astuzia della ragione. E oltre a ciò, Fusaro non vede che, come dice Severino, il capitalismo è già al tramonto, le sue trame sono prevalentemente di retroguardia: a regnare è la tecnica che subordina il profitto e prima ancora i diritti democratici. Una tecnica che valorizzerà l’uomo come nessun umanismo ha mai fatto prima.

  22. Fusaro smette di essere un interlocutore quando utilizza l’aggettivo “naturale” come concetto dotato di senso euristico (ammicca sempre alla “famiglia naturale”, all’umanità dell’uomo come dato a-storico, ai generi come categorie non flessibili….). Inoltre, sostenere che qualunque condotta “approvata dal capitalismo” sia una condotta sorta in “funzione del capitalismo” significa sovrainterpretare il mondo con criteri sclerotizzati. Utilizzare lo stesso modulo per spiegare qualunque cosa significa ignorare la complessità delle variabili. E Fusaro utilizza sempre e solo un modulo: “qualunque cosa è un epifenomeno del capitalismo”.
    Usando i suoi criteri, dovrei dire che i libri di Fusaro si vendono come la Coca-Cola e che quindi è egli stesso dalla parte dei “signori”, è egli stesso un utile idiota. Pubblica con Einaudi, quindi fa fare soldi a Mondadori. Pubblica un post ogni tre ore, quindi è vittima dell'”autismo da social”, etc etc…

  23. @ Grattacielo

    RISPOSTA ALL’INTERVENTO: @ En ny Hermann citaz.” Non penso che una società autenticamente organizzata secondo criteri razzisti sarebbe infinitamente più dannosa di quella attuale”.
    Non ti sembra che i vari tentativi di realizzare una società razzista, dalle leggi sulla sterilizzazione negli Usa, al nazismo e alle leggi razziali italiane, abbiano prodotto abbastanza danni?

    No, perché è sempre mancata la nuova nozione di essere umano. Ma gli Stati Uniti li lascerei stare: con la Beecher Stowe hanno fatto abbastanza danni. E proprio lì si vede come non si sia mai andati alla ricerca di una nuova nozione di essere umano. È questo che non si vuole affrontare. Ci vuole una nuova nozione di essere umano. Che deve comportare un nuovo tipo di pensiero. La nozione di essere umano con la quale ci troviamo ad arrabattarci adesso è quella venuta fuori, più o meno, dall’illuminismo. Deve esserci invece un cambiamento di pensiero. Nel “Filosofo scellerato” Klossowski ha detto una cosa fondamentale nei confronti di Sade: “L’ateismo integrale sarà la fine della ragione antropomorfa.”. Con Sade l’ateismo non si confonde più con l’umanesimo. È l’umanesimo che si deve scacciare. Se l’umanesimo ritorna, come adesso nella forma traversa del populismo, non c’è più possibilità di uscita.

  24. @ Pierre. Magari Fusaro non spiega cosa vuol dire per lui “naturale”, ma non è un termine di cui ci si possa liberare se è vero che per esempio per te posso immaginare che sia naturale che non ci sia nessun significato naturale. Poi se sia naturale la famiglia, l’umano, ecc. sono d’accordo che sia problematico (e anche questa problematicità è naturale). La storicizzazione che auspicavo serve anche a far emergere appunto questa problematicità, per quanto in precedenza puntassi meno genericamente ad un contesto meno ampio come quello delle strategie del capitalismo. Però in Fusaro non vedo la sclerotizzazione che dici in quanto afferma che “tutto è un epifenomeno del capitalismo”, perché è vero che esistono più variabili, ma è inevitabile una gerarchizzazione delle stesse, con una delle quali (il capitalismo) che diventa quella più comprensiva e dà la tonalità alle altre. In questo senso, riflettere sull’esistenza delle libertà civili e politiche da parte delle masse come aspetti funzionali al capitalismo stesso come faccio io (Fusaro ha invece in mente soltanto alcuni di quei diritti), non è peregrino. Il demerito di Fusaro è farlo più che altro sempre negli stessi modi peccando di originalità e creatività.

  25. @ En ny Hermann L’umanesimo è un tuo bersaglio polemico. Vorrei che chiarissi cosa intendi per umanesimo e a quale alternativa pensi. C’entra in qualche modo l’Heidegger della polemica con Sartre sull’umanesimo?

  26. @ Zovvo. A mio parere, abbiamo qui due modi diversi di vedere gli esiti dei processi storici: o come gerarchie di insiemi inclusivi (i gay sono figli della strategia del capitale, i diritti civili sono figli della strategia del capitale, l’ateismo è figlio della strategia del capitale, il cosmopolitismo come figlio delle strategie del capitale, etc…) oppure come espressioni parallele dello stesso spirito razionalizzante. Io vedo in Occidente un percorso secolare di disincanto – come suggeriva Max Weber – che si manifesta nella grande razionalizzazione del mondo. Ciò non ha alcun valore moralistico, non introduco alcun giudizio di valore. Il risultato oggi è: capitalismo (e prima anche, localmente, comunismo), ateismo diffuso, estensione del concetto artefatto di diritto (che dovrà probabilmente affrontare il problema epocale dell’intelligenza artificiale dopo quello, non meno spinoso, dei “diritti degli animali”), estensione planetaria della ragione tecnico-strumentale. In ciò sono vicino ad Anders, a Ellul, a Severino, ai francofortesi, a Gehlen e ad altri. Il capitalismo è la forma provvisoria di questa razionalizzazione che procede parallela a quelle elencate e che sottostanno tutte, per quanto mi par di vedere, al principio weberiano di riduzione del mondo a sistema tecnico-integrato.

    Piccola postilla su “naturale”. L’aggettivo “naturale” non significa, letteralmente, nulla. Tutto ciò che accade nell’universo è “naturale”, cioè è compatibile con le leggi della natura. Ciò che non è naturale non esiste e non può esistere per definizione. Naturale è coestensivo ad Essere. La manipolazione tecnica è perfettamente naturale, anche quella che intacca la vita, la sua riproduzione, l’identità spuria degli esseri e quella ancor più spuria del sesso. La famiglia è una tappa, ce ne saranno altre. Tutto, ma proprio tutto, rientra nel grande palcoscenico universale della “Natura”.

  27. @ Grattacielo
    Trovo con piacere un tuo messaggio rivolto a me (da quello precedente mi sembrava di aver capito di non farmi più vivo).
    Affronto gli argomenti:
    1) “L’umanesimo è un tuo bersaglio polemico”. È vero. Penso sia necessario colpire l’umanesimo, perché è l’origine di tutti i nostri guai – da qualunque posizione ideologica si parta.
    2) “Vorrei che chiarissi cosa intendi per umanesimo [e a quale alternativa pensi].” Umanesimo è una confusione tra Grecia e Roma. Che ha la sua sintesi nel Rinascimento italiano. È quello che ha incantato Goethe e Nietzsche. Heidegger ha avuto il merito di non soggiacere a questa confusione.
    3) “C’entra in qualche modo l’Heidegger della polemica con Sartre sull’umanesimo?” In quello scritto Heidegger ha formulato la domanda fondamentale: “È necessario mantenere ancora la parola umanesimo?”
    4) “[Vorrei che chiarissi cosa intendi per umanesimo] e a quale alternativa pensi” Alla “Lettera sull’umanismo” di Heidegger bisogna aggiungere la conferenza di Heidegger “Il pericolo”, dove Heidegger ha definito l’alternativa tra morte e anonima scomparsa. L’alternativa può essere solo vista nel “nuovo inizio” della filosofia, che deve comportare – però – anche una nuova nozione di essere umano.

  28. @ Pierre. Purtroppo c’è molta carne al fuoco ormai e non si può rispondere adeguatamente a tutto, quindi provo a dare qualche risposta sintetica sperando di far capire almeno la direzione del mio discorso. Se dico per esempio che la democrazia odierna è funzionale al capitalismo non intendo che la democrazia tout court sia “figlia della strategia del capitale”, ma semplicemente che, stante la gerarchizzazione attuale in Occidente, è la democrazia a prendere una “coloritura” capitalista e non il contrario. Poi, anch’io penso ad una dimensione unitaria della storia perché c’è storia se c’è storia di qualcosa di unico che si differenzia (l’uomo e la sua civiltà, lo Spirito, ecc.), e in particolare il senso della storia che porta alla luce Severino e che al momento non è importante. Avevo detto che oggi a dominare è la tecnica, ma in realtà in Severino vi sono attualmente dimensioni anche più ampie. Volendo accennare solo ad alcune in ordine appunto di ampiezza, nel linguaggio severiniano sono il senso nichilistico del divenire, la volontà, la terra isolata dal destino con la terra pura, la persintassi del destino con l’iposintassi dello sfondo, e infine il Tutto infinito dell’essere. Tutte quelle citate meno le ultime tre (ma ne sto volutamente non menzionando altre) non tramontano nella storia, ma con la morte, sostituite da altre dimensioni come la più ampia tra esse che è la Gloria. Le ultime tre non tramontano mai. La storia umana, o meglio, l’interpretazione in cui consiste la storia umana e innanzitutto l’uomo, è una dimensione interna alla più piccola tra quelle citate. Come vedi, il discorso sul senso unitario della storia è solo un precipitato di contenuti teoretici logicamente antecedenti e semanticamente più estesi.

    Noto che tra coloro che sostengono che il mondo è dominato dalla tecnica e a cui sei per questo vicino non c’è Heidegger. Mi sembra un’assenza che salta troppo all’occhio, ma può essere casuale.

    Fusaro usava quella nozione di “naturale” che nella tradizione occidentale significa “appartenente all’ordine vero delle cose”. Nello stesso senso ho usato quel termine e mi sembrava che anche tu lo avessi adottato con la medesima valenza criticando la “naturalità” della famiglia e dell’umanità. Ad esempio definendolo come “dato a-storico”, che non è lo stesso, ma è compatibile.

  29. @Zovvo. Ti sei spiegato benissimo.
    [p.s.: non ho letto abbastanza Heidegger per includerlo, anche se l’ho frequentato tangenzialmente soprattutto tramite i suoi “allievi”].

  30. P.s. “L’ordine vero delle cose” è una formulazione verbale cui non attribuisco significato, perché non esistono ordini che, al loro apparire, non siano veri per il solo fatto di essersi manifestati. Io nego che “Natura” abbia un senso discreto; significa invece: tutto ciò che è accaduto, che accade, che accadrà, tutto ciò che è compreso nell’orizzonte dell’esperienza. In questo senso, per esempio. l’alienazione capitalistica e la trasformazione dell’uomo in unità di permutazione di merci, di bisogni e di aspettative è un fenomeno interamente naturale. Che sia spiacevole è un altro discorso, ma dopo Spinoza ogni distinzione di legittimità a proposito della “naturalità” degli eventi mi sembra incomprensibile.
    Qualunque definizione di Natura che la opponga ad una “non-natura” o “contro-natura” è, io credo, insensata e contraddittoria.

    p.s. 2: qualcuno dispone di “Sade prossimo mio”?

    Saluti.

  31. L’EPUB zoppica, ma anche il PDF di Hufeland non se la passa bene. L’edizione maneggiata da Hufeland è senz’altro la Sugar 1970 (anche se lui, con grazia sadiana, ha tagliato il nome dell’editore). Ha anche evitato di inserire il nome del traduttore, comunque rintracciabile in Internet e ha omesso le pagine 174-6: 174 e 176 sono senz’altro vuote, mentre la 175 contiene il titolo della sezione: “Appendici”. Per finire ha tagliato l’indice.

  32. @ En ny Hermann: eccellente. Vedo che hai già effettuato l’integrazione delle pagine mancanti. Ancora grazie per questa chicca.

  33. mega afferma che le credenziali del contatto (la repository di ldb) sono cambiate e che cio potrebbe essere dovuto a un attacco man-in-the-middle. quindi mi suggerisce di resettare le credenziali archiviate in precedenza (che finiscono con AA1B). è capitato a qualcun altro? che mi consigliate di fare? di resettare le credenziali?

  34. @ Pierre. Mi sembra che la tua posizione sia contigua alla fenomenologia, anche se vedo che nomini l’esistenza del passato e del futuro che fenomenologicamente non sono manifesti. Cerco di usare delle etichette come “fenomenologia” per cercare di capirci più sbrigativamente data la sede inadeguata a discorsi esaustivi: per me come noti è più facile perché ho esplicitamente espresso il mio riferimento ad un autore preciso.

  35. @ En ny Hermann Non c’è nessuna animosità da parte mia. Anzi un fotre interesse a capire. Forse ho espresso in modo non adeguato il mio dissenso. Grazie per il Klossovski. Dove posso trovare la coferenza di Heidegger che citi?

  36. @ Grattacielo:
    La conferenza “Il pericolo” è compresa nel volume di Heidegger intitolato “Conferenze di Brema e di Friburgo”, Adelphi 2002. Non credo esista in formato digitale. Ne parla diffusamente Faye in “Heidegger, l’introduzione del nazismo nella filosofia” (par. 9.12, soprattutto a partire da p. 429).
    Nel “Filosofo scellerato” Klossowski definisce perfettamente il pensiero di Sade: “L’ateismo integrale sarà la fine della ragione antropomorfa”. La nozione di uomo e quella del Dio cristiano sono troppo simili fra loro. Non si può abbattere uno senza abbattere anche l’altro. È quello che non ha capito Pasolini nel suo film “Salò”. Pasolini mette lì in scena semplicemente quattro personaggi ripugnanti. Nessuno di loro ha qualcosa di realmente sadiano (hanno, al massimo, solo sadismo). Pasolini restava all’interno di un pensiero centrato sulla vecchia nozione di uomo, Sade andava al di là di un tale pensiero. Un libertino, omicida e strupratore, di Sade ha qualcosa di grandioso proprio perché sfiorato dal soffio di un pensiero diverso. Questo non vuol dire giustificare l’omicidio e lo stupro. È la possibilità di un pensiero diverso che deve essere ricercata (almeno secondo me).

  37. @ Zovvo: sì, l’approccio è fenomenologico. Il che implica la rinuncia integrale all’ontologia, così come ha suggerito la speculazione tardo-vedica e buddhistica già più di due millenni addietro – e la riduzione dell’essere all’apparire e dell’apparire alla sua evanescenza. Questa evanescenza – relazione di relazioni dove ogni cosa è una rete senza “fondamento” che sta in piedi grazie al pensiero/linguaggio (anch’esso coprodotto dal relazioni di elementi scomponibili e ricorsivi) – è essa stessa, nel suo insieme, ciò che chiamiamo “Natura”, ovvero: la totalità dell’apparire.

    E adesso scusami, ma mi attende una insalata affogata nell’aceto balsamico – nel quale probabilmente affogherò anche io.

    P.s. Ma “Lo gnosticismo” di Jonas? Qualcuno ha consigliato lo scan? Vorrei verificare la correttezza dell’epub già disponibile su alcuni dettagli minori.

  38. Male Nozomi, male! Noi umanisti non s’ha da parlare … Magari fosse filosofia moderna, qui siamo nella post-filosofia e nel post-umano (e non alludo allo scambio fra il Vate e Pierre).
    Per dire che non leggerei l’umanesimo dalla specola della heideggeriana “Lettera sull’umanismo”, un cannocchiale (in senso galileiano) che monta una lente deformante, anamorfica e opaca. Apprendo ora che ho buttato anni e anni di studio, scoprendo solo ora che l’umanesimo da abbattere sarebbe una confusione fra Grecia e Roma che trova la sua sintesi nel Rinascimento italiano. Eppure non mi pareva che Valla, Barbaro, Alberti, Manuzio, Erasmo, Moro cadessero in questa confusione. E ai nostri tempi neppure Garin, Kristeller o Fumaroli. Eviterei anche di sovrapporre i concetti di umanesimo e Rinascimento, per qualto il primo sia una parte cospicua del secondo (ma pur sempre una parte), forse però sono un umanista obnubilato. Anzi, mi atteggio a nichilista e dico che era meglio non riscoprire i classici: maledetti toscani – ooops – maledetti barbari teutonici e delle steppe, tutto avreste dovuto abbruciare e distruggere!
    O chiedo asilo politico o mi faccio frate dopo debita conversione! Mi consolerò constatando che certa filosofia in alcuni casi è dannosa.
    Il tutto detto con ironia: honny soit qui mal y pense (per l’effetto).

  39. @ Nozomi I Greci hanno detto tutto quello che c’era da dire, naturalmente mutatis mutandis? Una volta si pensava che almeno la rivoluzione scientifica fosse una creazione della modernità, poi è arrivato Lucio Russo e ha messo tutto in discussione. Insomma, a volte il dubbio mi viene

    @ Tutti Giardate questa conferenza di Canfora, anche se non recente

    • A proposito, segnalo questo capolavoro della Stampa: un articolo dove Canfora dice, correttamente, che nessuna rivoluzione è stata e mai sarà possibile senza armarsi, per il titolista è sintetizzabile in “Ci vuole un esercito europeo”. Miseria del giornalismo italiano

  40. cortesi signori, dato che si nomina Lucio Russo, qualcuno sa reperire il suo più recente “L’America dimenticata. I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo”?

  41. Un altra persona moderata e degna di stima reclutata a forza ( e a sua insaputa!) nell’europeismo. Che poi, sti eurocrati già fanno abbastanza danni solo con giornalisti prezzolati, polizia e mamma i populisti e le fake news!, figurarsi con un esercito cosa sono capaci di fare!
    Comunque ho appena finito di leggere il Formenti, una lettura che desideravo ardentemente e che mi ha soddisfatto (anche se la parte storica e critica è un po’ troppo riassuntiva, rimandando quasi totalmente ad altre sue opere). Consigliatissimo! Ora si parte con Losurdo.

  42. @kaalachandra
    ti suggerisco di cancellare i dati di acquisto che compaiono in alcuni dei testi segnalati.
    Lo puoi fare agilmente con Sigil. Se hai problemi ad usarlo chiedi pure

  43. Ciao, sto seguendo le vostre istruzioni per partecipare, vi lascio questo commento e aspetto vostre indicazioni per essere aggiunto. Grazie mille

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *