Jean Baudrillard – L’illusione della fine o Lo sciopero degli eventi [LDB]

Immagine“In un momento imprecisato deali anni Ottanta del XX secolo, la storia ha fatto un’inversione ai rotta. Una volta superata l’apogeo del tempo, il vertice della curva dell’evoluzione, il solstizio della storia, comincia la fase discendente degli eventi, il percorso in senso inverso… É la fine della linearità. In questa prospettiva, il futuro non esiste più. Ma se non c’è più futuro, non c’è più neppure fine. Non si fratta quindi nemmeno della fine della storia.” Nella cultura postmoderna della celebrazione, del recupero, del revival, la storia non finisce, come sostiene Fukuyama, ma è un’enorme riserva di spazzatura, da salvare sotto l’imperativo ecologico del riciclaggio.
L’impressione che non avvenga più nulla di reale (lo sciopero degli eventi) è un effetto dell’inflazione di avvenimenti diffusi in tempo reale dai nostri media ipertrofici.
In questo quadro Baudrillard sviluppa riflessioni e provocazioni di grande acutezza sulle figure della melanconia e del pentimento che hanno sostituito il lutto, sui rapporti Nord-Sud, i diritti dell’Uomo e il Nuovo Ordine Sentimentale…, aggirandosi in un paesaggio dove Bagdad e Disneyland. Timisoara e Biosphere 2 – “primo giardino zoologico della specie umana – coesistono caoticamente, ma pur sempre – è questa la sfida ostinata di Baudrillard – con un senso ancora intelligibile.

 

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