Un terzo delle terre emerse è costituito da deserti, in gran parte desolati e inospitali. Perché un ambiente così ostile ci affascina da sempre? Quali corde profonde fa risuonare in noi il luogo metafisico per eccellenza, dove terra e cielo si confondono, dove la vita umana è appesa a un filo? Animato dallo spirito di avventura dei grandi esploratori del passato, e spesso armato dei loro libri per ripercorrerne le tracce, William Atkins ci conduce alla scoperta di un mondo che è tanto interiore quanto fisico. E mentre ci offre il resoconto di sette viaggi compiuti nelle regioni desertiche più remote, meravigliose e spietate al tempo stesso – dal Quarto Vuoto dell’Oman al Victoria australiano, dal deserto del Gobi a quelli degli Stati Uniti -, ne descrive l’ecosistema, la geologia, la flora e la fauna, i popoli che li abitano e la storia che li ha modellati, dalle trivellazioni petrolifere ai test nu cleari, fino agli odierni raduni hippie. Ma Atkins non è soltanto un trascinante narratore di viaggi: il deserto è qui esplorato anche come strumento di connessione profonda con noi stessi e con la natura, manifestazione ultima dell’immobilità e del silenzio. Una visione che del deserto trasmette tutta l’immensità – e ci ricorda che, anche in un mondo dove ogni paesaggio è disponibile con un click, avventura e scoperta, solitudine e isolamento sono ancora possibili.
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