Peter H. Harman – Energia, forza e materia. Lo sviluppo della fisica nell’Ottocento [LDB]

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Delimitato per un verso dall’inizio di uno studio su basi quantitative e finalizzato alla ricerca di leggi matematiche, e per l’altro dall’enunciazione di quelle teorie dei quanti e della relatività che aprono il nuovo capitolo della fisica moderna, l’Ottocento è un secolo importante per la fisica. I fisici ottocenteschi hanno ereditato dalla rivoluzione scientifica dei secoli precedenti la concezione meccanicistica della natura, che considera i fenomeni il risultato del moto della materia secondo certe leggi, ma essi l’estendono ora a quella serie di fenomeni — la luce, l’elettricità, il calore, il magnetismo — che in precedenza erano stati definiti imponderabili. Il lavoro di scienziati che hanno il nome di Faraday, Maxwell, Lord Kelvin, Helmholtz ha legato alla nostra età grandi conquiste concettuali, quali il principio di conservazione dell’energia, la teoria del campo, la teoria della luce come vibrazioni di un etere luminífero, il concetto di entropia; se il generale paradigma di riferimento è sempre quello meccanicistico, queste innovazioni non possono più dirsi «newtoniane»: la fisica ottocentesca, suggerisce l’autore contestando l’idea che la fisica classica sia un edificio monolitico, ha un’identità propria che si distacca nettamente dalla scienza dei secoli precedenti e pone le basi delle conquiste contemporanee.

 

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