Progetto Fascismo 2019. Sezione C, parte I. Razzismo e antisemitismo

Cari amici di LDB,

eccoci dopo un lungo iato con la terza sezione del progetto fascismo 2019. Terza sezione che si dividerà a sua volta in due parti, la prima, quella che oggi passo a presentarvi, dedicata al razzismo e all’antisemitismo, e la seconda, dedicata alle guerre.

Questo aspetto ripugnante del regime fascista è forse quello che più si ricollega all’attualità: basta fare un rapido giro nei social per riscontrare come sempre più persone facciano oggi proprie le preoccupazioni de La difesa della razza: angoscia per il cosiddetto ‘meticciato’, ossessione per il tasso di natalità dei paesi africani: insomma, il terrore per la ‘marea montante dei popoli di colore’ che ‘minaccia di rubare il futuro ai nostri figli’ è tornato argomento spendibile dalle classi dominanti di un occidente in declino economico e politico. Nel nostro piccolo speriamo che i testi qui consigliati aiutino nella lotta a certe correnti di pensiero.

I miei, e i vostri, ringraziamenti ai collaboratori di questo progetto: irma, charlie, dilmun e apernod. Senza il loro prezioso contributo questa selezione non sarebbe mai riuscita così ricca e completa. E ovviamente rinnovo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno donato. Grazie infinite.

Per continuare a contribuire, o per chi volesse farlo per la prima volta, è a disposizione l’apposito pulsante donazione qui sulla destra. E’ importan te, grazie

 

 

 

Valentina Pisanty – La difesa della razza. Antologia 1938-1943
Giorgio Fabre – Mussolini razzista. Dal socialismo al fascismo: la formazione di un antisemita
Giorgio Israel – Il fascismo e la razza. La scienza italiana e le politiche razziali del regime
Michele Sarfatti – Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione
Michele Sarfatti – Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938
Michele Sarfatti – La Shoah in Italia: La persecuzione degli ebrei sotto il fascismo
Enzo Collotti – Il fascismo e gli ebrei
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Di pura razza italiana. L’Italia «ariana» di fronte alle leggi razziali
Mario Avagliano, Marco Palmieri – Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945
AA.VV – La persecuzione degli ebrei durante il fascismo. Le leggi del 1938
Angelo Ventura – Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime
Simon Levis Sullam – I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945
AA.VV. – La razza nemica. La propaganda antisemita nazista e fascista
Francesco Germinario – Fascismo e antisemitismo. Progetto razziale e ideologia totalitaria
AA.VV – Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, rimozione
Matteo Stefanori – Ordinaria amministrazione. Gli ebrei e la Repubblica sociale italiana
Liliana Picciotto – Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945
Nicoletta Poidimani – Difendere la razza. Identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini
Francesco Cassata – «La Difesa della razza»: politica, ideologia e immagine del razzismo fascista
Francesco Cassata – Molti, sani e forti. L’eugenetica in Italia
Giovanni Paoloni, Roberto Reali – I ‘primati’ della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra
Carlo Spartaco Capogreco – I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943)
Alessandra Kersevan – Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943
Franco Giustolisi – L’armadio della vergogna

 

6 pensieri su “Progetto Fascismo 2019. Sezione C, parte I. Razzismo e antisemitismo

  1. Non so se è questa la sede per fare delle richieste, in ogni caso vorrei chiedere, nel caso fosse possibile e sia interessato anche qualcun’altro, se si potesse aggiungere qualche testo di ambito artistico, di estetica ma non solo. Il fatto è che credo ce ne sia bisogno poiché tanti di questi testi sembrano destinati a finire nel dimenticatoio editoriale, altri sono difficili da reperire perfino nelle biblioteche. Se ci fosse il modo vorrei anche contribuire.

  2. Non è possibile non ringraziare con tutto il cuore, e la ragione, il Venerabile Fornaio. E non mi è possibile, ahimè, non tentare di dire la mia. Valuti LdB l’opportunità o meno di postare quanto segue.
    Questa volta l’infornata mi riguarda personalmente, intimamente: da poco tempo sono venuto a conoscenza del pesante, pesantissimo coinvolgimento dei miei più stretti familiari nelle atroci vicende della RSI. Sì, quegli stessi nomi, quelle stesse persone che per motivi diversi avevo da tempo definitivamente scacciato dalla mia vita rispuntano ora in tutta la loro putrescenza dai libri di Storia, tramite la precisa descrizione dei loro crimini.
    Anche se la rete inevitabilmente svaluta e delegittima, testimonio questo: quelle persone, a guerra finita, hanno continuato indisturbate, a parte qualche innocuo, brevissimo provvedimento iniziale, a esercitare la loro del tutto indebita esistenza, con tutto il dolore che queste spregevoli vite non possono, non vogliono fare a meno di spargere sempre, comunque. Hanno sparso la peste nazifascista, per decenni, ai massimi livelli dello Stato, sempre nell’ombra, e dell’innovazione tecnologica, eccellendo così come, vado a caso, nella pratica dello stupro pedofilo, delle trame politiche a scopo di rapina, dell’esercizio schizoide del potere e chissà cos’altro. Il ‘Prego, continuate pure’ nazionale, nella nascente repubblica degli stronzi, lo ufficializzò l’amnistia del compiacente Togliatti, boia solerte anche di tanti bravi compagni, italici e non solo.
    Ebbene, una vicenda, la mia, fuori dal comune? Nel soggettivo forse, ma, in generale, bhè, cosa intendo credo di poterlo sintetizzare rammentando il caso di un Nobel italiota così definito da una sentenza di tribunale nel 1979: «È legittima dunque non solo la definizione di repubblichino, ma anche quella di rastrellatore». Di cosa nutrano i loro cervelli gli assegnatari del letterario premiuzzo nordico davvero non si sa, dato che ”se siamo tutti uguali davanti alla morte, non lo siamo davanti alla Storia”. Ma non sono soli: l’acclamato – pur nella consapevolezza pubblica di chi in realtà fosse – rastrellatore è solo uno fra i tantissimi che dovevano essere fucilati e invece sono stati messi del tutto a loro agio fino a morire impuniti, ma che dico, osannati. Cosa facesse il Nobeliota nel privato per sfogare le insopprimibili compulsioni della propria mostruosa natura non lo so, nè voglio saperlo. Cosa però facessero i nazifascisti che hanno infestato – molto brevemente – la mia vita lo so bene. Queste persone – e così tutti i nazifascisti e tutti i neonazifascisti – sono, nel loro quotidiano, dispositivi macchinici dell’orrore, esercitato quotidianamente con raffinatissima disinvoltura sui deboli. L’eventuale discrezione segue lo spirito del tempo.
    L’appestato nazifascista – inutile ogni distinzione di grado – non può fare a meno, appunto, di appestare, e lo fa al suo meglio senza fez e orbace indosso, e il pur minimo riconoscimento relazionale e la sensazione esaltante di impunità che ne segue hanno un effetto esponenziale e deflagrante sulle proprie attitudini criminali.
    Per quel che conta, penso da sempre che la peste nazifascista si possa combattere efficacemente solo con mezzi rapidi e radicali, mezzi, per intendersi, la cui ispirazione metodologica assume Piazzale Loreto come simbolo. Ogni altro tentativo è stolto, inutile, anzi dannoso.
    Questo è un paese di appestati. Indicare come medicina la soluzione democratica (?) significa mangiare la loro merda: complici. E’ spaventoso solo pensarci, ma, se mai ci sarà, la disinfestazione – appestato per appestato – dovrà essere di proporzioni gigantesche.
    Al riguardo non serve, forse, aprire un dibattito. Va però dibattuta la propria interiorità.
    E quindi, ancora grazie, da Spirito a Spirito, al Gigante LdB, la cui immane opera civica apre in ogni caso la prospettiva del ‘pensiero conseguente’.

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