“La lettura delle interviste che Céline rilascia nel corso della vita è una porta interessante per accedere al suo orizzonte estetico non sempre di agevole frequentazione. E non per coglierne le idee o per saggiarne le idiosincrasie, ma per mettersi in ascolto di una sua esigenza: il recupero di una parola viva, che taglia, ferisce, travolge e turba ma rompe con il sopore anestetizzato dell’accademia. Lo sforzo di rendere viva e parlata lo parola scritta serve a Céline per creare uno stile adatto a ridare senso a un mondo che ha vissuto l’apocalisse della Grande Guerra e lo schianto di tutti gli ipocriti valori morali. E l’unico modo per farlo nascere consiste nello scuotere la superficie del mondo regolata dall’esattezza. Solo così l’emozione divampa. E l’emozione non esiste che grazie allo stile. Non si tratta di rendere un’emozione attraverso lo stile ma di creare con esso l’emozione. E il modo migliore per farlo è trarre da sé e dalle proprie esperienze l’energia necessaria.” (Simone Paliaga)