Iosif Vissarionovič Džugašvili Stalin

Cari amici, dopo tanta attesa, eccoci finalmente con l’ultima sezione del progetto rivoluzionario, come da titolo dedicata a Stalin.

Quella staliniana è solo una esperienza di un passato remoto, da derubricare tra i molti orrori del novecento? in realtà leggendo le varie biografie, da quelle più critiche fino a quelle più ‘revisioniste’ si può notare come i problemi che dovettero affrontare Stalin e l’URSS siano più attuali di quanto comunemente si pensi: per citarne solo una, la questione delle nazionalità e dei nazionalismi, tornata d’urgenza in un mondo contemporaneo post-globalizzato. Come far convivere una politica universalistica, la base di ogni politica rivoluzionaria, in una realtà postglobale che si va via via frammentando nei più diversi particolarismi?

Senza l’apporto del compagno grattacielo questa selezione e l’intero progetto non avrebbero mai visto la luce, a lui i miei e i vostri ringraziamenti.

Tra qualche giorno uscirà un post riepilogativo dell’intero progetto rivoluzionario, tireremo le conclusioni di questa cavalcata e ringrazieremo a dovere tutti i contributori.

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29 pensieri su “Iosif Vissarionovič Džugašvili Stalin

  1. Comunque nessuno avrebbe portato l’Unione Sovietica a diventare potenza industriale e militare senza attuare le politiche, anche sanguinarie, di Stalin.

    • Stalin è una figura controversa che va affrontata avendo a disposizione i mezzi più idonei e a questo criterio ci siamo ispirati. Quella qui presentata è una selezione che mi sembra equilibrata e pluralista (a parte alcune esclusioni che non rispettano il criterio, tante volte enunciato, dell’onestà intellettuale). Ognuno leggendo può giungere liberamente a conclusioni personali. E’ ovvio che non potevamo inserire l’universo-mondo, i nostri mezzi sono limitati, perciò e facile dire manca questo, manca quello. A questo proposito, come già detto in passato, è bene accetto chi vorrà arricchire la raccolta.
      Ci sono anche delle tue proposte, Quindi tanta acredine mi sembra fuori luogo

      • Perché acredine? Mi conosci abbastanza per vedere che erano le mie solite battute. Apprezzo molto la bibliografia e ritengo anch’io che ci volesse. Poi il mio giudizio storico su Stalin è un’altra cosa, il massimo dell’obiettività che riesco a esprimere senza fanatismi ideologici o sentimentali. Stalin è stato un pazzo sanguinario (basta vedere com’è cresciuto) perché risolveva i problemi politici con l’assassinio, fino ad arrivare a eliminare intere categorie (kulaki, ebrei, oppositori politici…). D’altra parte è mia opinione che per mantenere coeso un Paese di recente formazione, un grande e nuovo esperimento politico ancora in fieri, vasto e arretrato come pochi, senza una leadership di partito riconosciuta dopo Lenin, con nemici ovunque (dai residui zaristi alle potenze capitalistiche), e portarlo dal medioevo alla rivoluzione industriale in una generazione, occorresse uno strappo tale da risultare per forza traumatico. (La stessa cosa è capitata al Giappone dopo la visita di “cortesia” del commodoro Perry e la fine dell’isolamento.) Stalin, volente o nolente, è stato l’uomo “giusto” al momento “giusto”, e per questo sarà nella storia al fianco di Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Caterina, Lenin e molto probabilmente Putin.

  2. Grazie mille per la splendida selezione. Volevo segnalarti che i tre archivi relativi a Paul Ulrich contengono solo le cover dei volumi.

  3. @accadibi
    A proposito di: John Bolwby – Una base sicura
    Ho fatto qualche prova sul pdf che hai postato, ma non riesco a farci molto: alcune parti vicine alla rilegatura non sono proprio a fuoco e l’OCR riconosce una brodaglia di lettere.
    Hai per caso una scansione migliore?

    • Ho dato un’occhiata alla scansione del libro di Bolwby “Una base sicura”: forse più che la rilegatura c’è il problema delle sottolineature che danno parecchio fastidio all’OCR. Confrontando il libro con l’edizione originale in inglese (che si trova su libgen in pdf e epub) ho notato che all’edizione italiana manca un intero capitolo, il nono, chissà perchè… E notare che sia l’italiano che l’inglese fanno riferimento alla stessa edizione del 1988.
      Saluti
      Giorgio

  4. Ciao a tutti, sto ebookizzando le “Opere” di Tommaso Landolfi, in due volumi, da un pdf trovato in “amici di ldb”. La qualità della scansione però è piuttosto bassina e di sicuro mi rimarranno degli errori. Se qualcuno ha voglia di leggersi il prodotto finito e di segnalarmi gli errori si faccia pure vivo qua sotto. Altrimenti pubblicherò l’epub e amen.

  5. A questo link su mega si trova “Geni, popoli e lingue” di Cavalli-Sforza. Opera di Pierre che ha composto l’epub originale. Io ho rifatto le tabelle (adesso in html) e i grafici (che adesso dovrebbero essere ben leggibili a tutte le risoluzioni). Ricomposte anche le note. Eliminati un po’ di errori. Il testo, anche se non sembra, è tipograficamente complesso quindi qualche imprecisione sicuramente è ancora presente, ma nell’insieme ora è molto più leggibile.

    • Ah, se poi qualcuno con l’account di mlol riuscisse a consigliare il capitale “storia e geografia dei geni umani” di cavalli-sforza farebbe cosa degna di lode e assai benemerita.

  6. Ciao fanciulli!
    Qualcuno per caso dispone di:
    Victoria de Grazia
    L’impero irresistibile. La società dei consumi americana alla conquista del mondo
    Einaudi, 2006
    Grazie, buon weekend!

  7. Buongiorno, come da istruzioni, lascio un commento per accedere all’archivio.

    Quanto al tema del post, credo che la cifra dell’esperienza staliniana vada cercata nella realpolitik. Per quanto Stalin abbia agito sovente in maniera eccessiva e ingiustificata dalle circostanze (le purghe, il complotto dei medici, la carestia ucraina), nel complesso la sua visione dello scacchiere politico e della situazione interna è certo più chiara e onesta rispetto a quella dei bolscevichi della sua generazione, come Lenin, Trotskij e in genere l’opposizione di sinistra, ma anche di Bucharin riguardo alla necessità di accelerare i processi di collettivizzazione. Da qui discende un’opportunismo politico, evidente nell’abbandono dell’idea di rivoluzione internazionale, nell’industrializzazione forzata, nel patto con la Germania nazista e nel compromesso con la chiesa ortodossa, che nel complesso hanno contribuito a stabilizzare l’Unione Sovietica in un momento critico. Io sarei propenso a leggere Stalin come un grande normalizzatore. Se poi questo sia un bene o un male dipende dal compasso politico di ciascuno.

  8. Salve a tutti e ben ritrovati. Sono rimasto sgomento nel riaccedere al “vecchio e solito” posto e non trovando più quel caloroso contatto ricco di centoni illuminanti.
    Buon 2019 altrettanto ricco e brillante di luce propria.

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