Questo libro ricostruisce le posizioni teoriche e pratiche assunte da Lenin su due fra i maggiori problemi della Rivoluzione d’ottobre: la questione dei contadini che, affrontata nell’ottica della « instaurazione diretta del socialismo », avrebbe subito una svolta decisiva a partire dal 1921 con l’avvio della Nep; la questione del lavoro operaio che, a partire dal 1918, avrebbe assunto le modalità dei taylorismo, cioè della divisione e della organizzazione « scientifica » borghese. A partire da una rigorosa impostazione marxista, l’autore restituisce la complessità del pensiero e dell’azione di Lenin ponendoli continuamente in relazione sia con la formazione economico-sociale della Russia del tempo e la sua collocazione internazionale, sia con il compito immenso della organizzazione politica dei Soviet e dello Stato socialista. Ne scaturisce un quadro che, mentre rende giustizia a Lenin, colloca il processo storico della Rivoluzione russa in una dimensione dialettica più adatta a individuarne le difficoltà reali e a comprendere gli stessi esiti successivi alla morte del grande rivoluzionario.