Sotto il titolo di La crisi del sistema sovietico sono qui raccolti nove scritti inediti di Victor Serge del periodo, cruciale per la storia del movimento operaio internazionale, che va dal 1933 al 1947. Victor Serge (Viktor Kibal’cic), nato a Bruxelles nel 1890 da emigrati rivoluzionari, morto nel 1947 a Città del Messico, è ormai una figura leggendaria dell opposizione di sinistra, di quella sinistra che non ha mai accettato menzogne e viltà di stato o di partito. Amico di Lenin e di Trozkij, militante appassionato dell’Internazionale comunista dopo avere assistito alla crisi sanguinosa dell’anarchismo francese, Serge ha vissuto con occhi aperti e cuore puro la tragedia del «socialismo in un paese solo». Oggetto centrale di questi scritti è quindi lo stalinismo, o meglio il «sistema Stalin» quale si delineò in URSS a partire dal 1927. Assieme alle vicende terribili delle vittime, Serge traccia anche una delle risposte più attendibili agli interrogativi che travagliano in modo più o meno esplicito tutti i militanti più onesti e coerenti: perché la burocrazia stalinista ha voluto la distruzione del partito bolscevico, l’umiliazione dei vecchi amici di Lenin, la fine di ogni legalità socialista, e ha imposto la più delirante adorazione di un capo solo, del «grande padre» da seguire nel bene e nel male, e lungo tutti i tragici errori che paralizzarono per anni l’emancipazione proletaria nel mondo? E’ una risposta attendibile perché viene dall’opposizione di sinistra allo stalinismo, e in particolare da un testimone diretto, da un militante che ha dedicato la sua esistenza alla causa della rivoluzione. I nodi irrisolti e ancora drammaticamente attuali del rapporto partito-masse, partito-segretario generale escono dalle speculazioni astratte e si fanno carne viva e sangue del movimento operaio.
Caro Natjus, sempre grande il tuo impegno ! Grazie