Moshe Lewin – La Russia in una nuova era

Questo libro non è un’opera di circostanza: preparato da oltre vent’anni di studio approfondito della società sovietica, risponde a esigenze fondamentali di informazione, prima ancora che di interpretazione, abitualmente disattese dalla «sovietologia» corrente, nonché da una produzione storiografica che in genere privilegia le forme politiche del «totalitarismo». A questo modello interpretativo Moshe Lewin nega qualsiasi valore conoscitivo, in quanto trascura la più profonda e comprensiva realtà di una società per nulla immobile negli ultimi decenni e del resto in grado, persino negli anni trenta, nel pieno del terrore staliniano, di esprimere e di affermare la propria spontaneità. Il libro prende le mosse dagli straordinari trasferimenti di popolazioni dell’età staliniana, con gli sconvolgimenti che ne seguirono in una società rimasta fino allora prevalentemente rurale, resa anzi più arcaica dal contraccolpo immediato della Rivoluzione d’Ottobre. Prosegue trattando delle trasformazioni dell’ambiente urbano, incluse le persistenze contadine dovute alla rapidità del processo. Studia le trasformazioni delle attività professionali e dell’intera vita sociale, avviate anch’esse negli anni trenta e affermatesi negli ultimi tre decenni con l’emergere di nuove élite e con l’articolarsi di una opinione pubblica che non da oggi va considerata un fattore importante nella vita sovietica. Il «nuovo corso» voluto da Gorbačëv – questo il senso del libro – risulta in tal modo imposto dall’intera evoluzione della società sovietica nell’ultimo cinquantennio

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