Nel 1956 Dominique e Aliette Lapierre approfittano di un momento in cui le relazioni diplomatiche tra Francia e Urss sono particolarmente buone e ottengono il permesso di viaggiare in terra sovietica in qualità di reporter per “Paris Match”. Affiancati da due amici e da una coppia di giornalisti di un quotidiano della gioventù comunista, hanno l’opportunità di muoversi in totale libertà tra Mosca, Kiev, Yalta, fino ad arrivare in Georgia lungo la “strada del Sud”. Intervistano i contadini dei kolchoz e le commesse dei grandi magazzini moscoviti, visitano i luoghi storici o di culto (la città natale di Stalin, la chiesa di San Sergio a Zagorsk che ospita un’icona di Rubliov), vivono avventure del tutto impreviste (tra cui gli immancabili guasti all’auto e qualche problema con i militari), entrano nelle case di una popolazione eterogenea accomunata da uno straordinario senso dell’ospitalità e incontrano carovane di zingari e misteriose tribù “che neppure la rivoluzione ha osato toccare”.