Il comunismo rappresenta una delle esperienze centrali nella storia del Novecento. Le sue radici teoriche e le prime attività organizzative risalgono al xix secolo, ma è solo con la conquista del potere in Russia da parte dei bolscevichi che esso entra prepotentemente nella storia. A distanza di quarantanni dall’Ottobre russo, il comuniSmo controlla l’Unione Sovietica, la Cina e l’Europa centro-orientale, contrapponendo il proprio sistema politico-economico di valori e i propri progetti per la società futura, al mondo e alla cultura dell’Occidente. Eppure, tra la fine degli anni Ottanta e il 1991 questa grande esperienza storica crolla rapidamente e definitivamente (pur sopravvivendo, in forme rinnovate e ibride, in una regione importante come la Cina). È un vero collasso, inatteso per i suoi critici più feroci come per i sostenitori, imprevisto anche dagli esperti di cose sovietiche.
Dunque a cosa si deve la crescita e affermazione del comuniSmo? Quali le cause del suo crollo improvviso? E inoltre, il comuniSmo è da ritenersi una esperienza storica unitaria, al pari della sua ideologia, o piuttosto l’involucro – solo in apparenza simile – di storie e vicende nazionali effettivamente dissimili fra loro?
Il comuniSmo è stato un moto rivoluzionario e un sistema statuale di potere; un richiamo utopico alla liberazione degli oppressi nel mondo e un meccanismo di oppressione per chi rivendicava libertà individuali e politiche fondamentali; un blocco conservatore internazionale e il riferimento di lotte per l’indipendenza nazionale. E stato un mito, una speranza capace di mobilitare milioni di persone; una minaccia e un incubo per larga parte del mondo.
Il carattere contraddittorio dell’esperienza comunista va rintracciato nella sua storia, negli eventi fondamentali del XX secolo che essa ha condizionato pesantemente ma dai quali è stata modificata in misura altrettanto significativa.
puo aggiungermi grazie