Stalin, «Koba» per gli amici, fu uno dei dittatori piú sanguinari che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto. Ma fu anche un leader estremamente amato. E i suoi crimini, per molto tempo, apparvero quasi «necessari» non soltanto all’interno dell’Urss, ma soprattutto tra gli intellettuali liberal occidentali.
Cosa provocò questa rimozione collettiva? Perché le atrocità compiute da Stalin venivano giudicate in modo piú indulgente rispetto a quelle di Hitler? Perché si poteva scherzare sui gulag, quando nessuno avrebbe riso di Auschwitz?
Per rispondere a queste domande Amis ci conduce nella lunga notte dello stalinismo, senza risparmiarci nessuno degli eventi tragici, grotteschi, ridicoli che hanno annichilito la coscienza di un popolo, e ci offre una guida caustica e brillante di uno dei periodi piú drammatici del Novecento
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