Nota post-infornata 29 aprile 2017

Cari amici di Ladri di Biblioteche,

in attesa del secondo tassello del trittico sul populismo, e mentre proseguono i lavori per il grande progetto di Ottobre, vi propongo un’ infornata miscellanea.
Ringrazio Zovvo per aver ispirato il Ricossa e Flextime per la Storia filosofica dell’ignoranza del Velotti.

Potete sostenere questo blog, progetto unico nel panorama della condivisione italiana, in due modi:

1. Con un contributo in denaro, cliccando sul banner qui sotto (o in alto a destra nella pagina principale del blog):

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2. Condividendo a vostra volta materiale con gli utenti del blog.

Donando contribuite a  preservare una delle poche fonti originali del web italiano: in questi tempi, in cui si moltiplicano pescecani e piccole cricche sfruttatrici che addirittura fanno pagare il materiale di cui si appropriano, ciò non è poco.

Grazie

122 pensieri su “Nota post-infornata 29 aprile 2017

  1. Grazie mille per questi nuovi consigli. Potreste prendere in considerazione per l’infornata di consigli sul populismo i testi di Byung-Chul Han?

  2. grazie al signor nat per la nuova e splendida infornata.
    Avrei una piccola richiesta: qualcuno avrebbe accesso a “Flaubert l’empire de la bêtise” oppure alla “Correspondance” di Flaubert medesimo? Grazie, saluti

  3. Nel post all’infornata grattacieliana del 25 aprile avevo parlato di qualche ora per il rinvenimento dell'”ALETINIANA” 13. Perdonate il ritardo, c’è stato un disguido con Mastro Natjus, ora è disponibile!
    Un Mastro Fornaro – ma la qualifica è ormai limitante, se è vero che recentemente prende lezioni di alta cucina da Tony Canavacciuolo per menu sempre più vari e allettanti -, che non ringraziero mai abbastanza per questa sublime infornata di consigli, dove prevale la “storia delle idee” (“Kulturgeschichte”).
    Per quanto concerne l’impeccabile segnalazione di Zovvo, replicata da Grattacielo, varrà la pena ricordare che Antonio Gramsci è l’intellettuale italiano del ‘900 più noto fuori del nostro paese (o Paese, populisticamente) e non a caso il più tradotto in assoluto e nel maggior numero di lingue. A tal proposito segnalo l’ottima biografia di Angelo D’Orsi appena pubblicata da Feltrinelli (“Gramsci. Una nuova biografia”).

  4. Ringrazio tutta la “cumpa” per le condivisioni. Salve a tutti. Dopo mesi di sostanziale inutilizzabilità del mio account su mega, sto provando a seguire il consiglio di lasciare le quote condivise. Speriamo che questo metodo funzioni. È importante che gli utenti diversifichino le condivisioni del proprio materiale dalle copie del materiale altrui per evitare ridondanze (mi ritrovo condiviso il mio stesso materiale!). A proposito, Nat, dal mio account vedo due cartelle LDB, quasi identiche (una ha più file dell’altra): “Biblioteca” e “Biblioteca LDB”, di quale delle due devo lasciare la quota?
    Altre due domande: 1) mi ricordavo che Grattacielo forniva i link tramite email (cui sono iscritto), ma l’ultima newsletter che mi è arrivata è quella di marzo. Trovo il link qui su LDB? 2) Aletinus, come posso accedere alle aletiniane?
    Grazie mille!

  5. Cari amici di LDB (almeno cosi’vi percepisco), grazie soprattutto per la “Storia della fatica”.
    Mi trovo e lavoro da anni in mezzo all’Africa, dove la fatica e’ la cifra distintiva delle giornate di questi popoli. Una fatica gretta, devota ad una sussistenza che non permette, soprattutto alle donne, di emanciparsi e guardare il cielo e se stessi.
    Vivo una situazione quasi schizofrenica, dove non vi e’ soluzione di continuita’ tra il lavoro nei villaggi in mezzo alla savana, occupandomi di salute e, la sera, trovare rifugio alla mia piccolezza e insignificanza attraverso i vari Celan, Baudrillard, Roth…, tesori in forma di bytes da voi gentilmente donati.
    L’ infornata del 25 Aprile, sulla scuola, mi ha quasi fatto sorridere, di commozione.
    Qui dove la meta’ dei bambini cresce con ritardi cognitivi a causa di scarsa e non corretta alimentazione, provare a ragionare di scuola democratica al servizio della societa’ e’ utopia negata alla fonte, non pensato pensiero.
    La nuova ragione del mondo, il trionfo della logica mercantilistica e capitalista ha fagocitato persino la Fede. Per me, ateo di sasso ma amante dell’estetica del Sacro, e’ una bizzarra nemesi dovermi confrontare quotidianamente con il proliferare delle Chiese Pentecostali, individualizzanti e, a loro modo, integraliste (ergo, che han perso il senso di comunita’, ergo, capitaliste) per riuscire a veicolare mesaggi di, apparentemente, semplice igiene domestica e prevenzione.
    In questo contesto, ridacchio di me e mi sembra che nulla sia piu’ puntuale e necessario della preannunciata infornata sull’ Ottobre.
    Come cantava Gaber, ora siamo null’altro che gabbiani ipotetici, senza piu’ nemmeno l’intenzione del volo.
    Diffondere cultura, per amore di farlo, e’ costruire barricate e rilanciare l’assalto al cielo.
    Perdonate il commento fuori tema.

    Con stima e amicizia

    Anteros

  6. @Aletinus é normale che le cartelle con le varie “aletiniane” si fermino alla numero 11 nella sezione “Amici di LDB”?

  7. @Anteros: altro che commento fuori tema; magari anche altri commenti fossero così genuini e sentiti; grazie di cuore per aver riportato la tua esperienza… finalmente non un lettore astratto, che si bea delle infinite possibilità di soddisfare la sua libridine, ma un lettore “incarnato”, calato in una circostanza esistenziale certamente particolare, estrema a suo modo, eppure con dubbi e inquietudini tanto analoghi, per molti aspetti, a quelli di molti di noi, aderenti a situazioni più “regolari”, ma comunque, per tutta una serie di motivi, non sempre facili da rappresentare.

  8. un grazie al capomastro ma anche al signor aletinus per i due bei libri sulla lingua greca: provo a chiedere a chi ha un’attenzione come la sua, allora, se casualmente possegga anche “la grande bellezza dell’italiano” di patota

  9. Una riflessione stimolata dall’interessante commento di Anteros.
    La “scuola democratica”, l’emancipazione delle donne, la salute e l’istruzione non sono anch’essi prodotti occidentali che tentiamo, in ossequio alla grande colonizzazione culturale ed economica che prosegue da qualche secolo, di instillare in società che fino a qualche decennio fa vivevano benissimo senza di esse (e senza il mercato capitalistico, ovviamente)? Dobbiamo forse decidere da quale parte della barricata schizofrenico-illuministica collocarci: dalla parte della trasformazione del mondo intero sulla base di principi “universali” e “razionali”, elaborati secondo i canoni locali della società occidentale (diritti umani, emancipazione della donna, istruzione, uguaglianza, diritto alla salute, libertà religiosa, il che richiede l’intervento di colonialismo culturale diretto su altre società per cambiarle in ossequio ai nostri valori “universali”) – oppure dalla parte della saggezza antropologica che riconosce la specificità e la dignità storica di tutte le culture e che quindi decide di lasciarle stare e di non interferire con esse (e quindi rinuncia al colonialismo, non interferire sugli stupri rituali, le infibulazioni, la pulizia etnica di minoranze, la tortura e tutto ciò che per noi potrebbe rappresentare una intollerabile stortura “morale”).
    Per semplificare, direi che si tratta delle differenza fra la filosofia di Amnesty International – culturalmente interventista attraverso la produzione dell’indignazione e la promozione dei valori occidentali di cui sopra come criterio assoluto di valutazione delle culture – e quella di Massimo Fini, notoriamente collocato su posizioni di radicale non-interventismo.
    Come si risolve la dicotomia?

    Saluti.

  10. Salve, potrei essere ri-aggiunto (ho fatto un casino con mega e ho cancellato la condivisione, chiedo venia… grazie ancora! :-))

  11. @marcello. Ringrazio per l’apprezzamento e confesso di non possedere, neppure in formato cartaceo il libro di Patota, “bembiano” docente di lingua italiana dell’Università di Siena, che non a caso fonda il suo studio sulla lingua delle così dette Tre Corone – Dante, Petrarca e Boccaccio – e ancora meno casualmente ha appena pubblicato un libro sulla codificazione della lingua italiana a opera di Pietro Bembo nel primo ‘500, basata appunto sul toscano trecentesco espresso da quei tre illustri modelli. In estrema sintesi, quel libro di Patota mi è parso riproporre in salsa divulgativa delle precedenti, esaustive analisi sulla “questione della lingua”. Inoltre, l’editore non ne ha messo a disposizione una versione in formato digitale.
    Saluti Vivi

  12. Chiedo scusa a tutti per aver osato proporre una raccolta di libri sul problema della scuola in Italia e sottolineo Italia, Non lo farò più. Giuro.

  13. @BruNico (nick che mi porta alla mente invariabilmente la verde Pusteria e certi corollari gastronomici …): una ricca “gramsciana” che ho molto gradito. Grazie.
    @Grattacielo: sono i rischi del mestiere, non credo che i consigli su Silvio Trentin o sulla Resistenza in Toscana che ho messo a disposizione, abbiano incontrato migliori consensi. Se Manzoni – che a scuola continuano a proporre come una palla mortifera o all’opposto come laboratorio sperimentale – postulava 25 lettori per il suo capolavoro, io nel mio piccolo auspico almeno un lettore per uno solo dei libri che compongono ciascuna aletiniana.
    C’è però una sproporzione evidente, perché il tema della scuola e dei suoi disastri passati e contemporanei non mi pare certo secondario e dovrebbe suscitare attenzione, soprattutto preoccupazione, massimo allarme. Quali siano i motivi del disinteresse, del tiepido accoglimento – se di ciò si tratta -, sarebbe bello scoprire. Due o tre idee in merito le avrei nell’epoca della post-educazione, scolastica e non solo.

  14. Non credo sia il caso di prendersela. I temi sono milioni e le giornate sono fatte solo di 24 ore: è fisicamente impossibile leggere tutto, approfondire tutto, interessarsi a tutto, analizzare tutto, compulsare tutto, sviscerare tutto. L’importante è creare un bacino da cui sia possibile attingere, all’occorrenza, nel caso si sviluppi un certo interesse per una determinata questione.
    Saluti.

  15. Anche a me è capitato nel mio piccolo di piccarmi per il poco apparente gradimento delle articolate proposte. Concordo che il tempo è poco; aggiunto che a me personalmente mi fa soffrire il non poter approfondire certi filoni di lettura, specialmente quando avverto l’esigenza di rendere la conoscenza – seppure limitata – una conoscenza al servizio dell’essere “dentro” le cose della realtà, con la pia speranza di poter contribuire a cambiarla. Circa la questione scuola – che avverto molto vicina alla mia vita (ho due figli piccoli e faccio il presidente del cons. di istituto della loro scuola) – è tema che dovrebbe premere le nostre coscienze (genitori e non genitori) dato che dalla scuola comunque usciranno gli adulti di domani e, in fin dei conti, la stessa società che verrà. Io penso, e alcuni titoli che Grattacielo a proposto mi confermano in tale pensiero, che la scuola attuale si sta spingendo sempre più sul terreno dell’aziendalizzazione, al servizio più che dell’individuo e delle sue esperienze, del mercato. Non sono convincimenti né slogan tardo-ideologici che mi (ci) fanno dire questo. Piuttosto sono una serie di segnali che avverto nella mia esperienza sia di genitore che di presidente d’istituto: modernizzazione (apparente) dell’apparato-scuola; mitizzazione (con conseguente svilimento delle potenzialità pratiche comunque offerte) della cosiddetta scuola “2.0” (ah, quanto potere speculativo e ragionativo viene affidato alla magica “lavagna interattiva”… quando poi per insegnare a progettare bastano un foglio, una matita e una gomma!); perdita di terreno della cultura umanistica, con quel pizzico di autorevolezza e sacralità che non ha mai guastato; programmi scolastici che somigliano più allo schema di un curriculum vitae europeo che ad una organizzazione dei saperi; anche – a onor del vero – atteggiamenti lassisti o forse meglio ancora di desolata rassegnazione di chi sente che la sua professionalità è considerata meno di zero.
    Insomma io avverto la sensazione di una scuola che rinuncia al suo essere dentro la realtà “viva” degli individui, accodandosi, anzi, delegando al mercato il potere di trasformazione. Del resto siamo in piena mutazione antropologica (poiché altro non è che questo ciò che sta avvenendo in questi anni) e la scuola ormai non trasforma ma si fa trasformare. Una scuola che rischia di impoverirsi e dunque di non arricchire chi la frequenta aumentando così il divario fra i “Pierini del dottore” e i nuovi montanari, ossia chi è destinato a rimanere tagliato fuori. E a proposito di don Milani (ma io ho avuto anche l’onore di conoscere Roberto Sardelli, un prete che negli anni Settanta aveva organizzato una scuola popolare fra i baraccati dell’Acquedotto Felice a Roma, scrivendo coi ragazzini il libro-testimonianza “Scuola 725. Non tacere – che sarebbe bello poter proporre a tutti gli amici ma io ho perduto da anni la mia copia), dicevo a proposito di don Milani ricordo quanto quel prete andava affermando ai suoi ragazzi per spronarli davanti al sacrificio dello studio: ogni parola di cui non conoscete il significato sarà un calcio in culo nella vita di domani.

  16. e a proposito di squola… “Grattacielo ha proposto” ovviamente con la “acca” (scusate ma seguo le orme di mio figlio che ha scritto di recente “he” al posto di “è” (giustamente ha pensato che fosse verbo)!!

  17. …vi assicuro che la raccolta di consigli sulla scuola è di altissimo livello, graditissima e, affondatomi subito nella lettura, mi ha dato una serie di idee che non avrei potuto avere senza questi consigli. E’ una grande proposta.

    emilio-millepiani

  18. Caro Pierre, le tue considerazioni non fanno una grinza. Il senso non è cercare consensi o gloria personali ma costruire archivi. Ciò che oggi può sembrarci anodino, domani potrebbe tornarci utile. Per esempio, in quest’ultima infornata del Mastro compare un libro di grande divulgazione scientifica e più specificamente zoologica, “Italiani pericolosi”, apparentemente fuori contesto, fuori dal coro, che tutto sommato potrebbe non interessare un’utenza dedita alle scienze umane. Poi lo apri, leggi del “vermocane” e di altre naturali mostruosità, e ti rendi conto che hai di fronte un capolavoro della letteratura fantastica e insieme della migliore trattatistica teratologica. Roba da far impallidire intere generazioni di romantici visionari, decadenti estenuati e avanguardisti frustrati – per non dire dei cyberpunk -, con la differenza che i loro erano incubi artificiali, inventati, e questi sono invece perfettamente reali. Goduria impagabile!

  19. Grande BruNico, anche per la chiusa … Mercato, “buona scuola”, efficienza, eccellenza, merito e meritocrazia, valutazione, punteggi … Questi sono i termini da discutere e da smontare di questi tempi in fatto di scuola e poi di università.

  20. @Grattacielo: capisco il tuo cruccio, dopo tanto impegno è normale aspettarsi almeno un minimo’ di plauso. Personalmente non sapevo neanche della tua nuova raccolta (nè dell’ultima Aletiniana), a volte gli impegni della vita e del lavoro limitano ogni mia scelta. Magari riesco a sbirciare sul blog, pensando “questo mi piace, questo mi attira, prima o poi lo acquisirò, prima o poi lo leggerò”. A volte non riesco neanche a leggere tutte le recensioni ! Penso che vorrei ringraziare chi sta facendo tanto e dando tanto , poi mi capita qualche altra grana da risolvere e rimando … sapendo che comunque quando, finalmente, avrò il tempo per farlo, potrò continuare ad ampliare i miei orizzonti mentali, come ho sempre fatto da quando vi ho scoperti. Grazie di tutto (a tutti)

  21. @Luigi B I Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, sono disponibili nell’edizione tematica sul sito Liber liber, invece l’edizione critica curata da Gerratana è disponibile su Libgen. Su entrambi i siti sono disponibili altri scritti gramsciani. Su Libgen anche ricca bibliografia

  22. A proposito di don Milani, tornato alle cronache proprio in questi giorni, vi propongo due materiali interessanti che ho ricavato dal sito della fondazione a lui intitolata e che ho rabberciato in pdf (in maniera decisamente ignobile e me ne scuso). Ho amato molto la sua esperienza (e per anni, quando ero liceale, con amici l’ho riprodotta coi ragazzini di una borgata romana); oggi mi pongo il problema di quale sia la sua migliore eredità, tenendo conto degli importanti mutamenti occorsi nel frattempo. Tuttavia, ritengo che la lezione milaniana come quella di Freire o Danilo Dolci (solo per citarne alcuni) possa tornare essenziale per cogliere – grazia al nucleo di radicalità analitica e propositiva – i guasti strutturali del sistema educativo e i nodi sui quali si dovrebbe intervenire. Come pure un benedetto rinnovato ruolo che le genti acculturate dovrebbero sentire come pressante affinché il dibattito sulla scuola non resti confinato nella cerchia degi addetti. Fatte salve le debite proporzioni, le leggi Casati e Coppino fecero più clamore e accesero più discussioni rispetto alla morta gora in cui si sono mosse le riforme dei vari Berlinguer, Moratti & Co.

    https://mega.nz/#!UZhymRQb!yzKpvNOU9trcH6uaGfEUeBDbQ4quFwnVUp4qCw8NWBo
    https://mega.nz/#!xIJByTLZ!BR4Ex-f8P9RektMH8-8QsRxOz8axbzqJBE5-QyvHMpQ

  23. Egregi avrei una proposta da sottoporvi: dopo il progetto centenario della rivoluzione russa non si potrebbe lanciare in questi mesi anche il progetto centenario delle apparizioni di fatima, anche solo una ristretta raccolta di testi??

  24. Grazie Pierre per il tuo commento qui sopra, a proposito di interventismo culturale, diritti universali, Amnesty ecc.

    Colgo la provocazione della tua domanda…la dicotomia, of course, non si risolve.

    Per quanto mi riguarda, il parametro e’ la sofferenza inutile ed evitabile, le morti inutili ed evitabili, che guarda caso (ma non voglio certo insegnarlo a questa pregiata platea di eruditi companeros) ricade sempre sui piu’ poveri dei poveri, che non accedono ai servizi elementari per questioni di diseguaglianza e ingiustizia sociale.

    Nonche’ (altro parametro, pardonne moi) la volonta’ ed il consenso del soggetto posto di fronte ad una scelta (poi, va beh, quanto il consenso sia consapevole o indotto ecc ecc ma scusate se no non finiamo piu’)

    Ergo, imporre interventi che salvano da morte stupida le madri e i loro neonati? Si’, con certezza. E’ il lavoro quotidiano.

    Citi l’Infibulazione (o meglio sarebbe dire mutilazioni genitali femminili, che non si riducono all’infibulazione…ci sto facendo uno studio in questi mesi, mi trovi preparato)…si. Come sopra. Negli ultimi anni non viene pu’ praticato sulle adolescenti come rito di passaggio, ma sulle neonate…e ne muoiono tante. Si, intervengo, dall’alto della nostra arrogantissima scienza medica coloniale, mando giu’ il rospo senza problemi, e risparmiamo la bimba.

    Le campagne per ‘liberare le donne’ contro il velo islamico (e anche qui…quanti, a parte la raffinata cricca di LDB che ha letto tomi su tomi sull’Islam, sa distinguere e motivare le differenze tra hijab, chador, iqab…fino al recentissimo e stramalcitato burqa?)

    Quelle no. Vedo e vivo il velo come segno d’appartenenza, a volte fieramente rivendicata, strumento antropopoietico, come dice il nostro caro Remotti.

    Insomma, tra bianco e nero scelgo le mille gradazioni di grigio, con tutti i nostri / miei limiti.

    Detto questo, e sempre infinitamente ringraziando Natjus e tutti voi per le magnifiche informate scientifiche e politiche…avverto uno spasmodico bisogno di leggere poesia italiana..mi manca tanto il mio meridiano sui poeti italiani del Novecento che giace impolverato sullo scaffale a migliaia di km dalla postazione dove mi trovo, sebbene le jacarande purpuree comincino a fiorire e ad affacciarsi alla finestra del mio ufficetto..

    p.s. non datemi del razzista o snob se affermo che i poeti africani…no, vi prego. Suvvia, basta con la “negritude”.
    Tutti laureati e masterizzati a Londra, Parigi…sono come Balotelli, un bluff.

    Vi ringrazio per l’opportunita’ di questo scambio.

    Anteros

  25. @ Anteros. Non volevo provocare, spero tu non ti sia offeso. Volevo solo rilevare che in un mondo aperto tutte le culture incidono sulle altre in base ai propri criteri valoriali – e quindi anche morali – e che tutte sostengono che i propri criteri siano quelli giusti, dall’Europa al supposto Califfato Universale. La riduzione della sofferenza (individuale? collettiva?) è solo uno tra questi criteri. Non mettevo in dubbio i tuoi buoni sentimenti, ma ci sono culture dove il singolo non conta nulla, dove la comunità ha la precedenza. E queste culture gestiscono i propri appartenenti, bambini compresi, con la stessa libertà con la quale gestiscono – o dovrebbero gestire, secondo criteri che usiamo per le cose ma non per le persone – le proprie risorse. La domanda è: dobbiamo eradicare le pratiche che confliggono coi nostri criteri morali pur sapendo che questo significa manipolare l’autonomia valoriale di quelle comunità? Io non ho la risposta, rilevo solo il problema e rilevo anche che la cultura illuministica ha fornito almeno due risposte tra loro opposte alla questione (per questo ho usato il termine “schizofrenico”).

    Per quanto riguarda l’appartenenza, faccio notare che, a rigore, anche tale sentimento è culturalmente costruito – verrebbe da dire imposto e quindi interiorizzato come genuino – quindi si può essere orgogliosi di portare un velo perché si è stati educati a considerarlo un simbolo di appartenenza così come si può essere orgogliosi di essere stati circoncisi (al bambino non viene chiesta l’autorizzazione) e quindi di appartenere ad una certa comunità così come si può essere orgogliosi di aver scannato un milione di Tutsi perché in tal modo si è affermata l’unità o la superiorità etnica, o sociale, o culturale degli Hutu (come è noto, anche Tutsi e Hutu sono categorie nate in origine come divisione artificiale da parte dei colonizzatori europei, ormai interiorizzate come distintive di cluster etnici).

    Saluti.

  26. @ tutti. grazie. per il lavoro che fate. per il modo disinteressato in cui lo fate. in particolare @ grattacielo vorrei dire che proprio per questo bisogna parlare e occuparsi di più di scuola. perché sarà la scuola a preparare i futuri lettori e ladri di biblioteche. personalmente ritengo che, al di là dell’argomento di qualsiasi libro condiviso qui in questo blog, la scuola deve essere considerata come la ‘sostanza prima’, l’essenza senza la quale ogni testo perde validità. Passo decine di libri ai miei studenti, e loro li leggono. L’altro giorno ho passato il tuo contributo sugli intellettuali ad un alunno per il suo percorso d’esami, dicendogli: “Me li ha passati Grattacielo, un amico, anche se non lo conosco personalmente”. Il mio alunno li ha trovati interessanti e ieri è andato in libreria a comprarsene quattro per averli in cartaceo. “Se non sottolineo, non riesco a leggerli” mi detto. La nostra biblioteca scolastica è chiusa da anni. Il preside non ha fatto molto per aprirla e renderla accessibile. All’interno c’è un tesoro di conoscenza sommerso da polvere ed escrementi di gechi. La chiave? Impossibile averla. Voi siete, almeno per me e per i miei alunni, la biblioeca della mia scuola. Di nuovo grazie per quello che fate.

  27. Grazie Moundev per la tua testimonianza, vuol dire che quello che faccio serve a qualcosa.E grazie a tutti coloro
    che in modo o nel’altro mi hanno incoraggiato a continuare.

  28. Nelle parole di moundev, che a mia volta ringrazio, risiede tutto il senso di LDB e degli archivi di Zovvo. Certe testimonianze, fotografie di amare realtà, valgono più dei dibattiti e ci ricordano perché esiste un’emergenza scuola.che abbiamo il dovere di non ignorare.

  29. ..non posso pensare l’abbia fatto apposta..intendo apposta in quanto l’avevo citato in un commento qui sopra, sarebbe commovente.

    Volevo ringraziare pubblicamente Navigator per aver messo a disposizione I poeti italiani del Novecento curato da Mengaldo.

    Anteros

  30. Non so se sto scrivendo nel luogo giusto – e non vorrei essere di disturbo.
    Spero di essere aggiunto, cosa che ho tentato (invano) di fare qualche tempo fa.
    Grazie

  31. Ringrazio il Vate Zovvo per le due prime antologie poetiche del ‘900 italiano che appaiono nel mondo della condivisione, nonché per il consiglio montaliano, del quale io e Pierre contiamo di fornire quanto prima la raccolta mondadoriana delle prose narrative, assai meno note delle poesie.
    Quando apparve nel 1978, l’antologia di Mengaldo suscitò recensioni polemiche nelle riviste specializzate e nei quotidiani per i criteri di selezione, le scelte metodologiche, l’ordinamento dei testi. Per Luperini e Sanguineti, che nel ’69 aveva allestito per Einaudi la Poesia italiana del Novecento, la raccolta mengaldiana era addirittura “reazionaria” – ma non è mistero che il curatore, sempre all’incrocio fra critica stilistica, accademica e militante, non sia mai stato marxista –; per Silvio Ramat era di impianto “snob-filologico”. Sta di fatto che era destinata a diventare e a restare contrapposta e antagonista alla precedente di Sanguineti, che alla tradizione Ungaretti/Montale/Saba opponeva una seconda tradizione che dal futurismo conduce alla neoavanguardia del Gruppo ’63, con svalutazione di Sereni. In qualche modo quella di Mengaldo è l’ultima antologia d’autore, policentrica e senza approdi, senza una meta finale e generosa verso la poesia dialettale.
    Da non sottovalutare la grande raccolta, la galoppata nei secoli di Giacinto Spagnoletti, critico letterario che ha raccolto meno consensi di quanti ne meritasse e compilatore anche di meritorie antologie di poesia novecentesca, finite quasi nel dimenticatoio.

  32. Non sono molto pratica, sto prendendo la mano… Per approdare ai consigli di Zovvo, dove sono le antologie poetiche, c’è un link particolare? La poesia mi interessa moltissimo, soprattutto quella russa!

  33. Ciao a tutti! Ho una richiesta “perniciosa”: qualcuno di voi possiede un ebook (indifferente il formato o l’edizione) di uno di questi due libri (indifferente se l’uno o l’altro)? Di seguito:

    Luca Serianni – “Grammatica italiana”, UTET
    Luca Serianni – “Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi”, Garzantine

    Mi sono sprecato nella ricerca, ma su internet non ho trovato nulla. Siete la mia ultima speranza ragazzi! 😀

    Grazie 🙂

  34. Mentre voi machisti empiriocriticisti passate il tempo a condividere cose piccolo borghesi di letteratura o sviolinate sulla differenza e i battaglioni desideranti, il sottoscritto porta avanti la teoria del imperialismo secondo la quale la rivoluzione va fatta negli anelli deboli della catena imperialista mondiale, ovvero bisogna conquistare Ladridibiblioteche eliminando i piccolo borghesi idealisti del forum e da qui partire alla conquista . Pertanto, proletari, beccatevi sta versione epub dell’Anti-Duhring di Engels e partire alla conquista del forum! C’ho pure messo le note, roba da universitari piccolo borghesi!
    https://mega.nz/#!KscUVJab!KfCXb–dyJyatXxUKHL799-JWd10RElZxWDVJDAa2p0

  35. LDB è un progetto dove non si coltiva la superstizione bensì la conoscenza. L’obiettivo è puntato sulle scienze umane, i miracoli li lasciamo ad altri.

  36. Salve siori,
    qualcuno ha la disponibilità di “Evoluzioni” di Pietro Greco, di cui ho visto qui qualche bel titolo? Tratta della “sintesi impossibile” di idee buttate lì alla rinfusa, “dal Big Bang a Wall Street”… grazie in ogni caso

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