Quali sono le ragioni dello storico ritardo italiano in tema di occupazione? Perché il tasso di occupazione italiano resta tra i più bassi d’Europa? Il nuovo libro di Romano Benini e Maurizio Sorcioni risponde in modo lucido e puntuale a questi interrogativi, proponendo la tesi che lo sviluppo umano sia il fattore di riferimento che crea le condizioni per lo sviluppo economico e che le difficoltà occupazionali italiane dipendano da mancati investimenti e da politiche sbagliate proprio in tale direzione. Il confronto con il panorama europeo, in particolare l’analisi del modello tedesco, è la chiave per chiarire le criticità del nostro paese. Un sistema in grado di creare opportunità parte dalla capacità di competere per promuovere il fattore umano e quindi il lavoro. Con la crisi, la Germania ha puntato decisamente sui servizi per il lavoro: un investimento puntuale ed efficace, che ha determinato risultati economici che la stessa Germania non aveva conosciuto anche in momenti del passato in cui aveva realizzato forti investimenti, ma in altri settori. Negli stessi anni l’Italia ha invece investito poco e male sulla connessione tra i fattori che creano lavoro: competitività, produttività e sviluppo umano. A frenare la situazione italiana non è solo la politica, ma anche i condizionamenti di dottrine economiche e sindacali spesso sbagliate, oltre che un eccesso di regionalismo che ha danneggiato negli ultimi anni la nostra economia. Il volume propone inoltre un’analisi delle recenti riforme del governo Renzi in materia di lavoro, tentando di chiarire cosa va nella direzione del cambiamento e cosa ancora manca per riuscire a invertire la rotta. La partita si gioca tutta sul terreno delle competenze e di un ambiente in grado di promuovere il fattore umano, una sfida per il nostro paese ancora in buona parte da vincere.