Scrittura asciuttissima, brevi pennellate che costruiscono una scena in poche righe, un umorismo affilato anche nel dolore e nel dramma. Funambolici, turbinosi virtuosismi in forma breve, questi racconti confermano Sderberg come uno dei più raffinati cultori della short fiction. Fa balenare un messaggio, suggerisce una risposta e poi si ritira, per lasciare che sia il lettore a concluderla, prima di aprire a nuove interpretazioni con un guizzo inaspettato. Eterogenee per forma e contenuto – onirico, novellistico, satirico – le sue storie indagano l’assurdità dell’affannarsi degli uomini alla ricerca di un senso nelle loro giornate. Ogni racconto è come una rasoiata, giri pagina e t’innamori della tabaccaia, giri pagina e ripensi ai tuoi amici d’infanzia, rifletti sulla vita e forse sorridi.