“L’azzurro del cielo” fu scritto da Georges Bataille nel 1935 ma non fu pubblicato perché ritenuto dall’autore troppo limitatamente personale (uscì nel 1957 grazie al consiglio di alcuni amici dell’autore). Il romanzo porta i “segni premonitori” di una tragedia storica imminente, rappresentando i mali che sarebbero dilagati con la guerra. Predominano il colore nero del lutto dei paramenti funebri per la morte di Dolfuss e il rosso delle bandiere con la svastica di Hitler. Ma è da un tormento privato che la vicenda prende avvio, ispirandosi a incontenibili pulsioni scandite in “mostruose anomalie”. Londra, Parigi, Barcellona disegnano una topografia della perdizione, una cornice nella quale il protagonista Troppman, attraverso sbronze, notti in bianco e strani riti, si avvicina a una nuova forma di purezza, alla comunione con la morte grazie allo scoperta illuminante del sordido.
Il Bataille della “storia dell’occhio”
Fondamentale!
Bel libro!