“Filosofia della mente” è un’espressione da tempo in uso nella comunità filosofica angloamericana, e oggi diffusa anche da noi, per indicare una famiglia di problemi tra loro connessi, fra cui è centrale quello del rapporto tra mente e corpo (o tra mente e cervello). Esiste la mente, o è soltanto un modo di parlare? E se è solo un modo di parlare, è eliminabile – si potrebbero dire le stesse cose senza parlare di “mente” – o ineliminabile? E se è ineliminabile, lo è per ragioni di principio o solo per ragioni di fatto, come la nostra temporanea ignoranza della neurofisiologia (“Se il corpo fosse stato meno complicato, nessuno avrebbe pensato di avere una mente”, R. Rorty)? E così via, attraverso molte sottili articolazioni delle varie posizioni. Forse, se non fosse stato per i calcolatori, la filosofia della mente, nonostante le sue nobili ascendenze in Cartesio, Locke e la filosofia del Seicento in generale, sarebbe rimasta una disciplina accademica delle più noiose, dedita al confronto di posizioni spesso diverse solo per un capello di formica: così era ancora negli anni sessanta. L’avvento del calcolatore ha cambiato tutto, non solo perché ha inserito la figura del filosofo della mente tra i contraenti del programma di ricerca che va sotto il nome di “scienza cognitiva”, ma soprattutto perché ha suggerito un’analogia (“La mente sta al cervello come il software di un computer sta al suo hardware”) grazie alla quale il dibattito su mente e corpo si è trovato a disporre di qualcosa come un terreno di verifica sperimentale. La difesa dell’analogia va sotto il nome di ‘funzionalismo’. Questo libro – il primo manuale di filosofia della mente pubblicato in italiano – ne discute le varie forme legate ai nomi di Putnam, Fodor, Pylyshyn, Dennett, e discute altresì le obiezioni al funzionalismo mosse da Dreyfus, Searle e altri. Il libro consta inoltre di due capitoli iniziali elementarissimi sui presupposti remoti (da Socrate a Kant) e prossimi (da Frege a Kripke) del dibattito, due capitoli sull’intenzionalità e due capitoli su mente/corpo. Il livello di complessità cresce man mano che si va avanti, restando comunque entro i limiti consoni a un manuale di prim’anno di università. Il livello di chiarezza è discreto, non eccelso.
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